Lo scudo fiscale va e incassa la promozione di Passera e Profumo

A due giorni dal termine ultimo per aderire allo Scudo fiscale, la sanatoria introdotta dal governo per incentivare il ritorno dei capitali nascosti all’estero riceve la benedizione dei due grandi banchieri del Paese. Corrado Passera e Alessandro Profumo, entrambi ieri a Bergamo per il convegno della Fondazione Italcementi, pur con profili diversi hanno sottolineato gli aspetti positivi dello Scudo. E probabilmente non solo perché - come noto - l’operazione genera fior di commissioni per le banche italiane che accolgono i rientri. Ma anche per un voler sottolineare gli aspetti oggettivamente positivi dell’iniziativa. Con un messaggio che, in fin dei conti, suona come un apprezzamento politico all’opera del governo e del ministro Giulio Tremonti in particolare.
Per l’ad di Intesa, per esempio, si tratta di un condono più che giustificato. «Leggo - ha detto Passera - come tutti le previsioni che vengono fatte sui giornali. È chiaro che l’iniziativa dello scudo fiscale fa parte di quelle estreme che in certi casi è necessario prendere. Naturalmente non fanno parte della fisiologia perché comunque sono dei grandi condoni che in certi casi come questo sono stati giustificati». Mentre il numero uno di Unicredit si concentra più sulle conseguenze aziendali: «Il capitale finanziario - ha detto Profumo - era in Svizzera. Se rientrano in tre mesi 100 miliardi, il capitale non era dentro alle imprese. E qui ci sarebbe una riflessione da fare».
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, dal canto suo, ha proprio ieri fatto sapere che il cerchio si stringe e non ci saranno altre possibilità. Il conto alla rovescia si sta esaurendo: il 15 scadono i termini e contestualmente «inizierà la caccia agli evasori», con una determinazione che al ministero intendono assoluta. Molto maggiore che in passato, che pure ha portato a sempre migliori risultati: secondo l’ufficio studi degli artigiani di Mestre tra il 2001 e il 2008 sono stati scoperti 276mila evasori, con la riemersione di 147 miliardi di imponibile. Ma nel 2008 i redditi riemersi sono stati l’80% in più di quelli del 2001. Tuttavia le riscossioni effettive si aggirano ancora a una quota troppo bassa dell’imponibile accertato, intorno al 10-12%. Ed è questo uno dei punti deboli su cui il ministero intende impegnarsi a fondo».
Profumo e Passera hanno anche parlato di imprese e della necessità di essere più vicine alle esigenze di crescita. L’ad di Unicredit ha spiegato che la nuova struttura della sua banca (la cosiddetta «Banca Unica») che verrà approvata dal cda di martedì, è proprio mirata «a riavvicinare alcuni profili decisionali alla fascia delle pmi».

Mentre Passera ha indicato nei ratios patrimoniali (i requisiti richiesti dalle autorità centrali) una possibile strada per superare l’attuale difficile situazione del credito alle imprese: «È il momento di abbassare i requisiti di capitale. Se dovessimo alzarli ora la difficoltà di fare credito aumenterebbe. Ora vanno ridotti per poi alzarli quando ci sarà una nuova fase di sviluppo».

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