La scultura portata all'estremo Il rapimento mistico si fa erotico

La scultura portata all'estremo Il rapimento mistico si fa erotico

ernini fu anche pittore di sensibilità straordinaria, con una pittura di tocco che aspirava a rappresentare l'anima prima dei corpi, in perfetta alternativa al naturalismo caravaggesco, come si vede nei numerosi autoritratti. E fu anche scenografo e architetto, integrando le due esperienze, dal baldacchino della Basilica di San Pietro con le imponenti colonne tortili al completamento di Palazzo Barberini, al Palazzo di Montecitorio, al Colonnato di San Pietro fino alla perfetta Chiesa di Sant'Andrea al Quirinale, in una scultura anch'essa intesa come la più alta espressione di scenografia nel contesto urbano, che si manifestò con la Fontana del Tritone e con la Fontana dei quattro fiumi a Piazza Navona, riservando a situazioni più intime La verità scoperta dal tempo, il monumento di Suor Maria Raggi a Santa Maria sopra Minerva, il busto di Innocenzo X alla Galleria Doria Pamphilj e il busto di Francesco Primo D'Este a Modena. Lo troviamo ancora, più contenuto e incontinente, nella Cappella Chigi di Santa Maria del Popolo, con le statue di Daniele e Abacuc, e nel monumento equestre dell'imperatore Costantino in San Pietro.
L'esperienza insuperabile dell'Estasi di Santa Teresa lo spinge fino a perfezionarne il tema, con nuove malizie, nell'Estasi della beata Ludovica Albertoni per la Chiesa di San Francesco a Ripa. Anche in questo caso la beata è presa da un'agitazione incontenibile che si manifesta nell'elaboratissimo panneggio che avvolge il corpo della santa e ne registra tutti i sussulti, in una umanissima condizione di beatitudine compiutamente erotica. Non c'è neppure trasfigurazione, ma puro piacere, e, in una sfida con qualunque trascendente spiritualità, una definizione ambientale con i materassi e i cuscini su cui posa la beata. Una voluttà immanente. Per noi, che osserviamo increduli, è come entrare in una dimensione intima, osare l'inosabile, vedere l'invisibile, con una sensualità, una morbidezza che troveremo soltanto, a distanza di più di due secoli, in Renoir e in Bonnard, con analogo risvolto psicologico. Sensi e psiche.
Bernini insiste nello spingere alle estreme conseguenze la sensibilità barocca. Il suo obiettivo è vincere la morte, far prevalere la vita sulla forma, agitare il marmo fino a dargli una diversa dimensione. Nessuno si era spinto fino a questi confini, oltre ai quali la stessa materia, così immanente, si trasfigura.

La beata va in estasi in quanto donna, con tutti i brividi dei sensi, in un vero e proprio equivalente dell'orgasmo, e nessuno grida allo scandalo come davanti alla povera donna annegata nella Morte della Vergine che tanto esaltò Rubens. A Bernini tutto è concesso.

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