Gianandrea Zagato
Spunta una lettera che autorizza lapertura della scuola araba di via Ventura. È firmata da Mario Dutto, direttore scolastico regionale, che il 4 ottobre ai responsabili della struttura fa sapere di aver «esaminato la documentazione (da loro, ndr) inviata» e, attenzione, di aver «verificato la correttezza degli allegati», cioè tutte le dichiarazioni di agibilità richieste dalla legge italiana. Cè solo, annota Dutto, una «perplessità» ed è riferita alla durata dellaffitto dei locali: un anno, osserva il responsabile lombardo del ministero della Pubblica istruzione, sono pochi per autorizzare lattività didattico. Nessun problema: detto fatto, i promotori della scuola araba prolungano il contratto daffitto con la proprietà delledificio, lEnaip. Chiaro? Non si solleva alcuna obiezione allapertura della scuola, anzi si invitano i sostenitori ad allungare il contratto daffitto per evitare, altrimenti, una risposta negativa.
A rendere pubblica la missiva è la professoressa Lidia Acerboni, direttrice dellistituto, che replica così alle obiezioni sollevate pubblicamente dal direttore scolastico regionale che, forse, per rimettersi in linea con il ministero, ha deciso di denunciare «la decisione unilaterale di aprire la scuola»: «Non è il modo migliore di avviare uniniziativa educativa ma un blitz che non può non suscitare reazioni».
Affermazione della serie «senza se e senza ma» firmata da Dutto solo dopo losservazione lapalissiana del ministro Giuseppe Fioroni: «Senza autorizzazioni non si apre nessuna scuola». Richiamo ministeriale al «rispetto delle norme e delle autorizzazioni che devono dare gli enti locali e gli organismi preposti». Come dire: «Autorizzazioni» non sono mai state concesse né allassociazione Insieme né alla direttrice scolastica della scuola, Nagib Mahfuz: nessun permesso a esclusione di quelli dellAsl e dei vigili del fuoco, certificazioni cioè di natura esclusivamente sanitaria e strutturale.
Peccato che dietro quel portone delledificio al civico 4 di via Quaranta, zona Lambrate, da 48 sono ospitati poco meno di 130 bambini: lì si svolgono lezioni in arabo e in italiano su testi distribuiti gratuitamente dal consolato egiziano. Lezioni in classi che, seguendo il pensiero del ministro Fioroni, andrebbero quindi chiuse poiché non vi è alcun rispetto della legge. Salvo che per Dutto, è la tesi dei responsabili della scuola di via Ventura: e dagli archivi dellassociazione Insieme spunta pure un parere positivo siglato da Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale, «grazie al quale abbiamo denunciato in anticipo linizio dellattività, come previsto dallarticolo 1 della legge 389 del 1994 e sapendo che spetta comunque allautorità scolastica verificare che tutto era in regola». E anche questo, rivela la professoressa Acerboni, era noto a Dutto. Ma se in via Ventura si sentono in regola, da Palazzo Marino si ribadisce che «non si può aprire una scuola saltando i passaggi necessari. La legge italiana prevede una serie di garanzie che è necessario siano assicurate a tutela delle famiglie e degli studenti» osserva lassessore ai Servizi sociali, Mariolina Moioli.
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