«La scuola araba? Per noi rimane fuorilegge»

Maiolo: «Nel cuore di Milano c’è una piaga. È illegale: non c’è il cambio di destinazione d’uso dell’edificio». Manifestazione di protesta della Lega: «È un’invasione»

Gianandrea Zagato

«Nel cuore di Milano c’è una piaga: la scuola islamica». Virgolettato di Tiziana Maiolo. Parole pesanti come pietre che l’assessore sillaba all’esterno del civico 4 di via Ventura, dove sono riprese le lezioni. Sì, dopo trenta giorni di sospensione ha riaperto quella scuola che il Comune di Milano considera sempre «illegale».
Centotrenta alunni si sono di nuovo seduti sui banchi di quelle aule che «non rappresentano l’integrazione che noi vogliamo». Anzi, «se si vuole parlare di integrazione, questo comporterebbe che i bambini frequentassero le scuole italiane e venissero aiutati nel doposcuola» continua l’assessore Maiolo, «altrimenti? Questa scuola rischia di creare banlieue in stile parigino se non di peggio».
Messaggio chiaro, quello di Palazzo Marino che continua a reclamare un atto formale, quel cambio di destinazione d’uso dell’edificio che Acli-Enfaip hanno concesso in affitto agli islamici: struttura che - ricorda il Comune - non può ospitare un istituto scolastico bensì uffici. «Palazzo Marino non ha dato quel nulla osta e quindi, per me, la scuola è fuorilegge» aggiunge l’assessore Maiolo, che, ieri, «dietro invito» è entrata all’interno dello stabile: «Sono stata invitata e volevo vedere la regolarità della scuola ma anche osservare con i miei occhi la vergogna delle bambine con il velo. Che ho provato? Imbarazzo come loro quando ho chiesto alle scolare se fossero libere e contente di indossare quel copricapo, le ho viste imbarazzate e intimorite».
Atterrite, intimidite e spaventate per «quella vergogna che è l’hijab, il velo che copre il capo» e che sono obbligate a indossare dentro e fuori quella scuola dove, secondo Mariastella Gelmini, coordinatore regionale di Forza Italia, appare «fin troppo chiaro» come i programmi «non siano non fondati su una dottrina oscurantista». E mentre il deputato azzurro annota che si è «scritta una pagina nera per l’integrazione, Daniela Santanchè (An) denuncia che «la scuola di via Ventura è finanziata da associazioni riconducibili all’estremismo islamico». Denuncia seguita dalle parole del presidente di An Gianfranco Fini che si dice «contrario alla scuola islamica perché tende a creare un muro separando i ragazzini islamici dal resto dei loro coetanei» e invita a «lavorare per una soluzione che superi muri e ghetti: difendere l’identità è importante ma non confondiamola con una politica segregazionista».
Linea seguita dalla manifestazione leghista che, ieri, ha accolto l’ingresso dei bambini musulmani: «Protesta contro il tentativo di invasione islamica di chi tenta, tra l’altro, di usare i bambini per una battaglia politica e culturale» spiega Matteo Salvini, capogruppo consiliare leghista.

Che, naturalmente, avverte «non me la prendo con i bambini ma con i loro genitori, che vogliono imporci un modo di vivere e, magari, anche l’apertura di altre dieci scuole islamiche». Altre scuole «fuorilegge», altre «piaghe» per Milano.

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