«Scuola araba: sul piano didattico risponda Dutto»

Il presidente della commissione: «A noi tocca verificare la struttura. Non il resto»

Gianandrea Zagato

La scuola araba di via Ventura resta chiusa. No, nessun accanimento dell’amministrazione comunale nel rilascio dell’autorizzazione «all’agibilità della struttura», bensì un ritardo nella richiesta che è «arrivata appena tre giorni fa». Lo rivela Paolo Massari, consigliere comunale di Forza Italia e presidente della commissione Educazione: «La lettera di richiesta è datata 20 ottobre ma è stata anticipata tre giorni fa con un fax. Dunque, quando Palazzo Marino riceverà tutti gli incartamenti relativi alla messa in sicurezza, non avrà più alcun problema nel rilasciare l’autorizzazione».
Ma, attenzione, «bisogna evitare l’equivoco: non è il Comune a rilasciare il via libera alla scuola, quanto il direttore scolastico regionale Mario Dutto. È a lui che va richiesta l’autorizzazione» continua Massari, che ieri ha chiesto ai rappresentanti dell’istituto musulmano di spiegare ai consiglieri comunali la didattica. Spiegazione affidata alla direttrice scolastica di via Ventura, Lidia Acerboni: «Tre ore quotidiane in arabo e due e mezzo in italiano per un totale di 891 ore di insegnamento» su libri di testo messi a disposizione dal consolato egiziano.
Didattica e libri su cui la direzione scolastica regionale ha voluto vederci più chiaro: «Per costruire il progetto didattico» sostiene la professoressa Acerboni, che in passato ha collaborato con la struttura illegale islamica di via Quaranta, «si è messo in pratica un piano aggiornato alle norme attualmente in vigore in Egitto. Due i livelli scolastici previsti: scuola primaria - le elementari - e scuola secondaria di primo grado - le medie». Ma sulla didattica ci sono più dubbi che certezze, annota il vicesindaco Riccardo De Corato: «Il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, deve spiegare come fa una scuola che apre con un mese e più di ritardo a garantire agli alunni un anno regolare». «Chiarimento - continua il vicesindaco - che nulla ha a che fare con il problema dell’agibilità, piuttosto riguarda l’esistenza dei presupposti per garantire un regolare percorso formativo agli alunni».
Interrogativo fatto proprio anche dall’europarlamentare leghista Matteo Salvini: «Impensabile fidarsi di una struttura nata illegalmente, partita fuori dalle regole. Ma anche se ci fossero tutte le autorizzazioni necessarie, be’ avrei lo stesso un timore: quello relativo al messaggio politico-culturale che l’apertura della scuola offre. Motivo in più per chiedere al sindaco Letizia Moratti di fare in modo che nessun messaggio di resa nei confronti del mondo islamico parta da Milano». Richiesta che Salvini traduce in una raccolta di firme nelle strade di Milano e in una mozione consiliare.

Iniziativa «inutile» secondo l’ulivista Andrea Fanzago: «Il Comune aspetta la sentenza del Tar per dare l’autorizzazione in modo che, poi, possa sostenere la responsabilità dei giudici nel rendere inevitabile l’apertura». Tesi che Forza Italia liquida come «sconcertante vaniloquio».

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