Augusto Pozzoli
Sempre più fiorente nelle scuole milanesi il mercato delle lezioni private. Estremo e costoso tentativo delle famiglie per evitare un insuccesso scolastico. Il dato emerge dal rapporto 2006 sulla scuola superiore condotto per conto della Provincia dallIstituto Iard Franco Brambilla.
Un fenomeno rilevante ma del tutto sommerso, che riguarda ovviamente soprattutto i licei, ma che non risparmia nemmeno gli altri ordini di studi: il 48 per cento delle madri intervistate, nei licei appunto, ammette di ricorrere alle lezioni private per aiutare i figli a rimediare ai brutti voti ricevuti «abbastanza spesso, spesso o molto spesso», il 35 per cento negli istituti tecnici e il 18 per cento nei corsi professionali.
Un fenomeno che, almeno sulla carta, dovrebbe essere da anni debellato, perché le scuole dovrebbero provvedere nellorganizzazione della propria attività didattica ad andare incontro agli allievi in particolare difficoltà di apprendimento attraverso dei corsi di recupero. Ma così non è, se non in casi di fatto eccezionali.
«Queste sono attività affidate alla libera scelta dei docenti - ammette Innocente Pessina, dirigente scolastico del liceo classico Berchet -. E pochi accettano di dedicare il proprio impegno in questa prospettiva». Quindi nella stragrande maggioranza dei casi alle famiglie non resta altro che fare ricorso alle lezioni private. Le materie più gettonate? Greco, latino e matematica. Ma anche altre discipline esigono un rinforzo. Ma chi fa le lezioni private? Nelle bacheche delle scuole non è raro trovare delle offerte da parte di studenti universitari oppure neolaureati.
«Per lo più - spiega il professor Pessina - si tratta di ex alunni particolarmente dotati in alcune materie. Ma questi annunci non hanno molta fortuna. Si cercano docenti affermati. Quelli del mio liceo? Dovrei dire che nessuno di loro si presta, perché nessuno ha mai chiesto autorizzazione per farlo».
Giovanni Gaglio, dirigente scolastico dellIstituto statale Agnesi aggiunge: «Per impartire lezioni private un docente deve chiedere di essere autorizzato e sottoscrivere limpegno a non accettare di aiutare un proprio allievo. In tanti anni di dirigente scolastico ricordo un solo caso di richiesta di autorizzazione».
Perché il fenomeno è sostanzialmente sommerso, con meccanismi spesso discutibili.
Mediamente a 30-35 euro allora, con punte anche fino a 50 euro. E tutto esentasse. Un modo tipico del dipendente statale di arrotondare uno stipendio che, come è noto, non è mai particolarmente soddisfacente.
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