Scuola Un corteo unitario ma con tre strategie diverse

Anche sulla scuola i distinguo tra le principali sigle non sono mancate. La manifestazione, indetta da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda è stato probabilmente l’ultimo sciopero unitario. I sindacati, anche su questo fronte, perseguono infatti strategie molto diverse. La Cgil, egemonizzata dall’ala massimalista e «dura» dei metalmeccanici ha un’impostazione intransigente e «conservatrice». Cisl, Uil e Ugl, invece, hanno un atteggiamento più aperto e morbido e le loro rivendicazioni sono più pratiche e «riformistiche». Da una parte il rifiuto aprioristico di Epifani, dall’altra richieste di merito. La Uil, per esempio, attraverso il proprio segretario generale della scuola, Massimo Di Menna, ha sempre sottolineato che «a noi spetta il compito di dare obiettivi sindacali concreti e ricordare al governo che deve ascoltare il mondo della scuola e aprire una trattativa sulle retribuzioni, sui tagli e per dare garanzie ai tanti lavoratori precari». La Cisl, invece, ha dichiarato che il governo «farebbe bene a tornare sui suoi passi perché attua tagli indiscriminati» e «per questo c’è bisogno di riaprire subito dopo lo sciopero un tavolo di confronto con tutte le parti sociali della scuola».

Una sorta di apertura al dialogo e una richiesta del tipo: se ci devono essere tagli, li si concordino con noi. Dal fronte della Cgil il solito «no» aprioristico e «politico». «Qui c’è un intero Paese che insorge», gongolava a Roma Guglielmo Epifani.

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