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Scuola e ministeri, intesa sul rinnovo dei contratti Cgil dice no: sciopero il 13

Via libera definitivo al contratto per il biennio economico 2008-'09. I contratti non sono stati sottoscritti dalla Cgil che ha confermato lo sciopero del 13 febbraio

Scuola e ministeri, intesa 
sul rinnovo dei contratti 
Cgil dice no: sciopero il 13

Roma - Via libera definitivo al contratto dei ministeri e della scuola, per il biennio economico 2008-2009. La stipula, dopo l’ok del governo e della Corte dei Conti, è avvenuta stamattina all’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubblica amministrazione. I contratti, per entrambi i comparti, non sono stati sottoscritti dalla Cgil. Per quanto riguarda il contratto relativo al personale dei ministeri anche Rdb-Cub e Cse non hanno firmato.

Il "no" della Cgil Lo sciopero indetto dalla Fp-Cgil per il 13 febbraio, insieme alla metalmeccanici della Fiom, è confermato. Al termine dell’incontro all’Aran dove è stato definitivamente stipulato il contratto di lavoro per il personale del comparto dei ministeri, relativo al biennio economico 2008-2009, il segretario nazionale della funzione pubblica della Cgil, Alfredo Garzi, ha ribadito il "no" del proprio sindacato confermando una giornata di sciopero. "Questo - ha affermato Garzi - non fa che rafforzare le ragioni dello sciopero. Il futuro dei servizi è messo in discussione dalle politiche dei tagli del governo. Scendiamo in piazza, unitamente alla Fiom, anche contro le scelte economiche del governo che non danno le garanzie che servono ai lavoratori per fronteggiare la crisi. Entrambe le categorie sono impegnate ad ottenere garanzie certe". 

La replica di Sacconi "Mi sembrano le accuse di un partito politico di opposizione della sinistra radicale", ha ribadito il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. "L’ultima volta che la Cgil e il partito comunista dissero che volevano una politica industriale era la fine degli anni ’70 quando avevano un’influenza - continua Sacconi - imposero una linea che voleva la sparizione del sistema moda, dell’arredo, di tutti quei settori che definivano allora maturi e che poi in realtà erano e sono ancora grande motivo di crescita dell’economia". Sulla firma dell’accordo quadro sulla riforma contrattuale il ministro ribadisce che si tratta "di un accordo di portata, senza esagerare, storica, non solo perchè cambia un sistema contrattuale che fu codificato nel ’93 ma che in realtà è stato avviato nell’84, ma soprattutto cambia l’approccio conflittuale che tradizionalmente ha caratterizzato il nostro sistema di relazioni industriali e si passa ad un sistema di tipo cooperativo basato sulla collaborazione tra imprese e lavoratori nella dimensione aziendale che deve essere garantita da un salario che deve riflettere i risultati dell’impresa. Noi abbiamo voluto detassare parte di questo salario con la tassazione secca al 10%".

E ancora: il fatto che oggi sia stato rinnovato il contratto del pubblico impiego ancora senza la Cgil, per Sacconi, "conferma un’antistorica posizione" del sindacato di Corso Italia "ancorata ad un vecchio approccio ideologico che si isola dalle altre organizzazioni sindacali e io credo anche da larga parte dei lavoratori".

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