Anche le statistiche più recenti lo dicono: Milano è la città col maggior numero di studente stranieri presenti nelle scuole. Più di 12,7 alunni su cento, si va verso quota 30mila. Più che ad Alessandria e a Prato. Le città che seguono nella graduatoria nazionale per il numero di alunni non italiani nelle classi. Una media europea (Milano supera Germania e Spagna) ma anche una realtà problematica, su cui si gioca il futuro della convivenza civile della metropoli.
Ne è convinta Mariolina Moioli, lassessore comunale alla Famiglia, scuola e servizi sociali che già quando collaborava a Roma con Letizia Moratti al Miur era appunto responsabile degli interventi per lintegrazione degli alunni stranieri nelle nostre scuole. «Un problema che va preso di petto sin dai bimbi dei nidi dice lassessore seguendo il loro percorso di crescita per tutto il tragitto scolastico. Curando il loro passaggio da una scuola allaltra con delle attività di orientamento, perché un bambino non è un pacco postale che si passa di mano in mano. Ogni scuola, ogni insegnante deve sapere in anticipo con chi ha a che fare, quali sono i problemi di ogni alunno che gli viene consegnato, perché possa essere in grado di rispondere alle sue esigenze. Il Comune, poi, cercherà di offrire il massimo sostegno, nei suoi nidi e nelle sue materne, ma poi anche nelle scuole statali per le competenze che ha sul diritto allo studio. Un intervento che intendo rivedere in modo da rendere efficace la distribuzione delle nostre risorse che devono essere destinate a tutti, italiani e stranieri, ma gestite con intelligenza».
Mariolina Moioli sottolinea la parola tutti. «Lintegrazione continua non è solo un problema degli stranieri. Basta guardare a quel che è successo nellultimo caso di violenza nei confronti delle due ragazze francesi in Centrale: i due responsabili venivano istigati da un italiano che dava loro un lavoro in nero a scappare, per non farsi prendere. Si cresce insieme, sulla base di uneducazione alla convivenza che chiama in causa tutti».
Restano i problemi legati agli immigrati, soprattutto nelle zone della città dove più massiccia è la presenza di famiglie straniere e dove già la presenza di iscritti non italiani supera ampiamente il limite del 50% per classe previsto dalla legge. Alla elementari come alle superiori. Clamorosi i casi della scuola elementare di via Paravia e dellIstituto professionale Marignoni di via Melzi dEril dove ci sono classi composte all80% da alunni non italiani. «Una vera integrazione dice con forza lassessore Moioli - deve intervenire contro la formazione di veri e propri ghetti.
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