La scuola del "no" in piazza contro la riforma

L'Unicobas protesta davanti al ministero della Pubblica istruzione contro la nuova riforma Gelmini. Contestati i tagli a docenti e assistenti scolastici. Di Pietro arriva in piazza, ma viene fischiato dai manifestanti e annulla l'intervento. Corteo anche a Milano

La scuola del "no" in piazza contro la riforma

Roma - Sono alcune migliaia (5mila, secondo gli organizzatori) i militanti di Unicobas che manifestano davanti al ministero della Pubblica istruzione contro la riforma Gelmini. È il ministro il principale bersaglio di slogan e striscioni, a partire da quello srotolato sulla scalinata del Ministero: "Contro la Gelmini nemica dei bambini".  Brevi momenti di tensione all’arrivo in piazza del leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: alcuni gruppi di manifestanti, specie i più giovani, lo hanno accolto con fischi e al grido di "Buffone, buffone". Di Pietro si è intrattenuto brevemente con i manifestanti e i giornalisti, senza parlare al megafono, ed ha poi lasciato la piazza. Minimizza l’episodio Stefano D’Errico, segretario nazionale Unicobas: "Di Pietro su questi temi fa seriamente l’opposizione e come sindacato abbiamo gradito la sua presenza. Purtroppo tra i giovani e gli studenti prevale un indistinto antipolitismo. Hanno visto un parlamentare e lo hanno contestato non in quanto Di Pietro, ma in quanto politico. Tuttavia - ha sottolineato - trovo masochistico prendersela con Di Pietro e non con la Gelmini".

I motivi della protesta Anche perché, ha ricordato D’Errico ribadendo i motivi della protesta, "alle 87.500 cattedre e 40mila posti Ata tagliati subito si aggiungono gli 80mila docenti ed i 20mila posti Ata che saranno tagliati in cinque anni, per via della riduzione delle ore per materia, della creazione di licei quadriennali, e del taglio dell’eliminazione del tempo prolungato nelle scuole medie". Su questi temi Unicobas denuncia "il silenzio dell’opposizione", contro una riforma che "riduce i docenti a impiegati". 

Contro Di Pietro "Questa manifestazione è auto-organizzata e non ci devono essere bandiere di partito, soprattutto di un partito che ha partecipato a quel percorso di precarizzazione della scuola, iniziato con il ministro Berlinguer e arrivato fino a oggi con la riforma Gelmini. Un processo che noi vogliamo fermare". Sirio, studente del liceo classico Mamiani, spiega così le motivazioni per cui gli studenti hanno bloccato l’intervento di Antonio Di Pietro e chiesto di togliere le bandiere del suo partito che all’inizio della protesta venivano sventolate insieme a quelle Unicobas.

Corteo a Milano Nell’ambito della mobilitazione della scuola in varie città contro il dl Gelmini, al grido di "Gelmini noi ti bocciamo", anche i ragazzi delle scuole superiori di Milano e provincia, organizzati dal coordinamento dei comitati studenteschi, stanno sfilando in corteo da piazza Cairoli a piazza Fontana.

La protesta degli oltre mille studenti, secondo gli organizzatori, si concentra su alcune innovazioni della riforma proposta dal ministro dell’Istruzione: tagli per 8 miliardi di euro in tre anni, riduzione del personale docente e non, voto in condotta, conferma degli esami di riparazione, buoni scuola per le private e "una scuola sempre più simile a una azienda".

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