Francesca Angeli
da Roma
Dal prossimo anno tutte le scuole dovranno adottare la pagella perpetua. Ovvero il nuovo sistema di documentazione e valutazione, un fascicolo detto portfolio, che accompagnerà ciascun alunno dalla materna alla maturità e che sarà scritto a più mani: docenti, genitori e anche dagli stessi alunni.
Con la circolare n. 84 del dieci novembre 2005 il ministro dellIstruzione, Letizia Moratti, ha definito lossatura del portfolio per il primo ciclo di istruzione, che comprende la scuola dellinfanzia, le ex elementari e le medie. Il documento è stato inviato a tutte le direzioni regionali, ex provveditorati, che poi lo dirameranno alle scuole. Il provvedimento, pubblicato e consultabile sul sito del ministero (www.istruzione.it.normativa/2005) si compone di parti obbligatorie e parti facoltative che sono comunque a disposizione delle scuole che preferiscano usufruire direttamente del modello messo a punto dal ministero nella sua interezza. La novità sostanziale rispetto al passato è che accanto alle schede di valutazione periodica il portfolio conterrà la documentazione delle esperienze scolastiche e formative più significative dellintero percorso dellistruzione, in modo da certificare conoscenze, competenze ed abilità dei ragazzi e anche il loro comportamento nel corso degli anni. Molte scuole, spiegano dal ministero si sono già adeguate al nuovo sistema per le altre sarà obbligatorio farlo dal prossimo anno scolastico, anche se ovviamente dovranno da subito cominciare a raccogliere la documentazione necessaria per ciascun alunno.
Con la definizione del portfolio si aggiunge un altro tassello alla riforma firmata dalla Moratti alla quale, dice il ministro «le scuole italiane hanno aderito in modo convinto». Una considerazione che scaturisce dai risultati pubblicati sul Rapporto 2004-2005 dellInvalsi (lIstituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione). Per la prima volta al monitoraggio condotto dallInvalsi sui livelli di apprendimento hanno aderito tutte le scuole perché con la riforma la partecipazione è diventata obbligatoria.
Dal rapporto, sottolinea il ministro, emerge che l84 per cento delle scuole del primo ciclo «ha assunto iniziative collegate alla riforma della scuola coinvolgendo famiglie, docenti, personale educativo e soggetti sociali». La quasi totalità degli istituti «ha provveduto a ridefinite il piano dellofferta formativa», l86 per cento delle statali e il 68 delle paritarie «ha dedicato fino a tre ore settimanali agli insegnamenti facoltativi-opzionali», così come prevede la riforma.
Per quanto riguarda lanalisi dei livelli di apprendimento secondo la Moratti si iniziano a vedere i primi segnali positivi. «Nella scuola primaria è stato evidenziato un miglioramento nelle conoscenze grammaticali e in geometria rispetto ai risultati delle precedenti rilevazioni - spiega.
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