La scuola riapre con più studenti e meno insegnanti

Sono almeno mezzo milione gli iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado di Milano e provincia. La stragrande maggioranza nelle scuole statali, con oltre 416 mila alunni. In continua crescita: l’un per cento in più rispetto allo scorso anno. Si inverte la linea di tendenza del 2006-07, quando per la prima volta si registrò un calo di iscritti. Un incremento superiore rispetto alla media nazionale. Si dice per la massiccia presenza di alunni stranieri.
Ieri la tradizionale presentazione della situazione da parte del direttore scolastico regionale Anna Maria Dominici, presente l’assessore regionale alla Formazione Gianni Rossoni e il responsabile dell’Usp (Ufficio scolastico provinciale) Antonio Zenga. Assenza sospetta dell’assessore provinciale all’istruzione Giansandro Barzaghi. Dai dati resi pubblici dalla Dominici in sintesi si può dire: cresce il numero degli studenti, ma non altrettanto quello dei docenti che li seguiranno. Tendenza inevitabile, di fronte al taglio di organici imposti a livello nazionale: non è un caso che il numero medio di alunni per classe è generalmente cresciuto. E questo nonostante il dato sul tempo pieno: «Sono state accolte tutte le domande delle famiglie – ha ricordato il direttore regionale –. Mai successo. Lo abbiamo fatto ancor prima che il recente decreto governativo sull’avvio dell’anno scolastico ripristinasse il tempo pieno». Lotta al bullismo e incentivi sulla qualificazione del servizio saranno gli obiettivi di quest’anno. Soprattutto attraverso le attività pomeridiane. «Le scuole aperte dopo l’orario delle lezioni – ha sottolineato la Dominici – devono rappresentare un importante momento di integrazione: per il recupero dei più deboli, ma allo stesso tempo per attività di approfondimento per i più dotati. Dobbiamo costruire una scuola in cui ci sia fermezza contro ogni forma di violenza, ma allo stesso tempo grande capacità di dialogo, con gli studenti e con i genitori». Dal canto suo l’assessore Rossoni ha voluto ribadire l’importanza dei corsi triennali come uno degli strumenti per combattere l’evasione scolastica.
«Sono più di 30mila gli iscritti a questi corsi – ha ricordato: il 70 per cento trova subito lavoro, il 15 per cento continua gli studi e solo il 3 per cento si perde contro una media del 2 per cento dei corsi normali. Mi auguro che il governo ribadisca anche per il futuro questo tipo di opportunità: quanto più ampia è l’offerta formativa, tanto più è assicurato il successo scolastico».


Rossoni si è impegnato a costituire un sistema di anagrafe scolastico che tenga sotto controllo la frequenza dei giovani alla scuola. Iniziativa più che mai necessaria soprattutto rispetto alla fascia di studenti non nati in Italia che, come è noto, sono in continua crescita e che a Milano superano ormai il 10 per cento degli iscritti.

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