La scuola ripiomba negli anni Settanta: ecco il concorsone

In 300mila verso il maxi bando, ma il ministro non dice quanti posti andrebbero coperti. Così regala solo speranze

La scuola ripiomba negli anni Settanta: ecco il concorsone

Il ministro dell’Istruzione, France­sco Profumo, annuncia trionfale: nel 2012 bandiremo un «concorsone» per gli inse­gnanti di elementari, medie e superiori. Magnifico. Gli aspiranti docenti - precisa ­potrebbero essere oltre trecentomila. Grandioso. Ma prima di gridare al miraco­lo è bene chiedersi quanti saranno in realtà i posti di lavoro disponibili e se possa avere senso mobilitare un esercito di burocrati per assolvere a una costosissima procedu­ra come quella di un maxiconcorso vec­chio stile, regalando false speranze a mi­gliaia di giovani che in realtà non avrebbe­ro prospettive concrete. Eppure era stato proprio il ministro Profumo, poco dopo il suo insediamento, a sottolineare la neces­sità di rivedere le procedure di reclutamen­to per i docenti. I primi a sollevare dubbi di fronte all’annuncio del ministro sono pro­prio i sindacati, visto che la stima sui posti disponibili è di circa 12.500 unità all’anno. Cifra che corrisponde al numero di catte­dre che si libera fisiologicamente per il tur­nover, circa 25mila, decurtato però della metà perchè il 50 per cento è destinato per legge ai precari già in graduatoria. Non so­lo. Questa cifra potrebbe ulteriormente ri­dursi a causa dei tagli di spesa contenutinella manovra «Salvaitalia». «Da 13 anni non ci sono più concorsi pub­blici. Questo è un tema su cui lavorare - di­ce il ministro- lo vareremo entro il 2012 per elementari, medie e superiori. Dunque sa­ranno interessate circa 300mila persone». Scopo prioritario del concorsone- precisa Profumo- è quello di immettere forze gio­v­ani nel corpo insegnante perché se si attin­ge soltanto dal precariato l’eta media resta sempre altissima, 40 anni.

Il primo a frenare l’entusiasmo del mini­s­tro è il segretario nazionale della Cgil scuo­la, Mimmo Pantaleo. «I proclami demago­gici rischiano di ingenerare aspettative che possono essere frustrate- avverte Pan­taleo- il punto è che prima va fatto un moni­toraggio preciso dei posti disponibili per­ché fra tagli pregressi, tagli futuri e pensio­namenti rischiamo di non averne». Certa­mente è necessario bandire concorsi nella scuola ma la Cgil ricorda che «bisogna ga­rantire opportunità occupazionali anche ai precari». E al momento i precari in attesa di un contratto a tempo indeterminato so­no ancora tantissimi, circa 244mila.
Un altro aspetto importante è quello del­la modalità del concorso. Il segretario na­zionale Uil scuola, Massimo Di Menna, au­spica che il ministro voglia affrontare la questione con i sindacati confrontandosi con le loro proposte.

«Un concorsone? Benissimo - dice Di Menna- ma quale sarà la procedura? Il mi­nistro ha tre possibilità. Può varare una nuova legge ma si andrebbe troppo per le lunghe. Potrebbe recuperare il decreto de­lega­to di Fioroni contenuto nella Finanzia­ria del 2008. Una via più veloce per bandire concorsi definendone il regolamento. Op­pure bandire un concorso col vecchio siste­ma. Sarebbe la soluzione peggiore perché genererebbe situazioni dove a fronte di 10 posti disponibili si vanno ad esaminare ma­gari 100mila candidati». Per Di Menna si deve avviare un sistema di programmazio­ne per evitare sia di dare false speranze sia di creare nuovo precariato.

Anche il segre­tario nazionale Cisl scuola, Francesco Scri­ma, sottolinea «il drammatico squilibrio tra domanda ed offerta di lavoro nella scuo­la » e anche il fatto che «le nuove regole pre­videnziali ostacoleranno l’auspicato rin­giovanimento del corpo docente».

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