Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, annuncia trionfale: nel 2012 bandiremo un «concorsone» per gli insegnanti di elementari, medie e superiori. Magnifico. Gli aspiranti docenti - precisa potrebbero essere oltre trecentomila. Grandioso. Ma prima di gridare al miracolo è bene chiedersi quanti saranno in realtà i posti di lavoro disponibili e se possa avere senso mobilitare un esercito di burocrati per assolvere a una costosissima procedura come quella di un maxiconcorso vecchio stile, regalando false speranze a migliaia di giovani che in realtà non avrebbero prospettive concrete. Eppure era stato proprio il ministro Profumo, poco dopo il suo insediamento, a sottolineare la necessità di rivedere le procedure di reclutamento per i docenti. I primi a sollevare dubbi di fronte all’annuncio del ministro sono proprio i sindacati, visto che la stima sui posti disponibili è di circa 12.500 unità all’anno. Cifra che corrisponde al numero di cattedre che si libera fisiologicamente per il turnover, circa 25mila, decurtato però della metà perchè il 50 per cento è destinato per legge ai precari già in graduatoria. Non solo. Questa cifra potrebbe ulteriormente ridursi a causa dei tagli di spesa contenutinella manovra «Salvaitalia». «Da 13 anni non ci sono più concorsi pubblici. Questo è un tema su cui lavorare - dice il ministro- lo vareremo entro il 2012 per elementari, medie e superiori. Dunque saranno interessate circa 300mila persone». Scopo prioritario del concorsone- precisa Profumo- è quello di immettere forze giovani nel corpo insegnante perché se si attinge soltanto dal precariato l’eta media resta sempre altissima, 40 anni.
Il primo a frenare l’entusiasmo del ministro è il segretario nazionale della Cgil scuola, Mimmo Pantaleo. «I proclami demagogici rischiano di ingenerare aspettative che possono essere frustrate- avverte Pantaleo- il punto è che prima va fatto un monitoraggio preciso dei posti disponibili perché fra tagli pregressi, tagli futuri e pensionamenti rischiamo di non averne». Certamente è necessario bandire concorsi nella scuola ma la Cgil ricorda che «bisogna garantire opportunità occupazionali anche ai precari». E al momento i precari in attesa di un contratto a tempo indeterminato sono ancora tantissimi, circa 244mila.
Un altro aspetto importante è quello della modalità del concorso. Il segretario nazionale Uil scuola, Massimo Di Menna, auspica che il ministro voglia affrontare la questione con i sindacati confrontandosi con le loro proposte.
«Un concorsone? Benissimo - dice Di Menna- ma quale sarà la procedura? Il ministro ha tre possibilità. Può varare una nuova legge ma si andrebbe troppo per le lunghe. Potrebbe recuperare il decreto delegato di Fioroni contenuto nella Finanziaria del 2008. Una via più veloce per bandire concorsi definendone il regolamento. Oppure bandire un concorso col vecchio sistema. Sarebbe la soluzione peggiore perché genererebbe situazioni dove a fronte di 10 posti disponibili si vanno ad esaminare magari 100mila candidati». Per Di Menna si deve avviare un sistema di programmazione per evitare sia di dare false speranze sia di creare nuovo precariato. Anche il segretario nazionale Cisl scuola, Francesco Scrima, sottolinea «il drammatico squilibrio tra domanda ed offerta di lavoro nella scuola » e anche il fatto che «le nuove regole previdenziali ostacoleranno l’auspicato ringiovanimento del corpo docente».
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