da Roma
I posti per gli insegnanti sono dimezzati ma per il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, si tratta soltanto di «razionalizzazioni». Le scelte del governo in materia di scuola e università provocano lira dei sindacati e una grave frattura allinterno della maggioranza con la sinistra radicale pronta alle barricate per impedire i tagli alla pubblica ed i finanziamenti destinati alle private. E non solo. Anche Luciana Sbarbati, segretaria nazionale dei Repubblicani europei denuncia «tradito il programma dellUnione».
Il governo di centrosinistra aveva promesso di immettere in ruolo 150.000 precari in tre anni ma dalla relazione tecnica della Finanziaria, fatti i dovuti conti, si evince che restano disponibili per le assunzioni soltanto 68.000 posti, dunque meno della metà. Il ministero getta acqua sul fuoco e smentisce i tagli ma i sindacati sono già sul piede di guerra mentre i responsabili scuola di Prc, verdi e Pdci, Loredana Fraleone, Anna Sanchi e Piergiorgio Bergonzi, chiedono «la convocazione di un incontro dei responsabili scuola e dei gruppi parlamentari dellUnione» per mettere a punto insieme corpose correzioni alla Finanziaria.
Intanto i sindacati confederali hanno già proclamato due giorni di sciopero per il personale dellUniversità e per il comparto della ricerca il 17 e il 20 novembre. Contro il tagli alla scuola anche lUnicobas proclama lo sciopero generale sempre per il 17. Insomma si prepara una stagione bollente per il mondo della scuola deluso dalle politiche del governo.
Pure il centrodestra attacca. Lex sottosegretario allIstruzione, Valentina Aprea chiede le dimissioni del ministro Fioroni e accusa il viceministro Bastico di aver «omesso di parlare dei tagli». Il senatore di An, Giuseppe Valditara invece dopo aver ascoltato lintervento di Fioroni in commissione Istruzione a Palazzo Madama accusa il ministro di non avere le idee chiare sul contenuto della Finanziaria .
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