Cronaca locale

Scuola, lo stop del governo fa perdere il posto a 1.500 prof

Riforma bloccata, i danni secondo la Regione: «Niente iscrizioni per 10mila studenti se la Consulta non decide in tempo»

Diecimila studenti potrebbero non potersi iscriversi ai corsi. E circa 1.500 docenti non essere assunti. Questi potrebbero essere i danni per i corsi professionali lombardi se la Consulta non si pronunciasse in fretta sulla legge regionale, dopo il ricorso del governo. Se non si saprà qualcosa entro dicembre, o se la legge dovesse essere bloccata, non si potranno accogliere le preiscrizioni di gennaio per il prossimo anno scolastico. Con il rischio di dirottare verso i licei ragazzi poco motivati a studiare per cinque anni e di aumentare la percentuale degli abbandoni scolastici. Dai dati della Regione Lombardia sono circa 30mila le famiglie interessate ai corsi professionali. La Lombardia non si arrende e tiene alti i toni della battaglia in difesa della legge scolastica approvata lo scorso luglio. A sostegno della riforma scende in campo anche gran parte del mondo della scuola e delle imprese: in Regione Lombardia nei giorni scorsi sono arrivati messaggi di sostegno da parte di Confindustria, della Uil, di Confesercenti, Agesc, Forum delle famiglie, associazione Diesse, Api. «Tutto questo - commenta l’assessore lombardo all’Istruzione, Gianni Rossoni - ci sprona a infondere nuove energie per garantire al sistema educativo lombardo la miglior qualità possibile».
Domani pomeriggio, davanti alla sede del Pirellone, studenti, genitori e insegnanti si riuniranno per esprimere la propria solidarietà al presidente lombardo Roberto Formigoni.
«Dalla lettura delle motivazioni- spiegano gli insegnanti dell’associazione Diesse - si rileva che il vero motivo del ricorso del Governo è una contrapposizione ideologica e pregiudiziale alle scelte di Regione Lombardia. Viene messo in discussione il diritto delle famiglie di scegliere la scuola da far frequentare ai propri ragazzi».
Con la manifestazione, le associazioni chiederanno al ministro all’Istruzione Giuseppe Fioroni e al premier Romano Prodi di «revocare la decisione del ricorso». Intanto, il capogruppo lombardo di Forza Italia, Giulio Boscagli, sprona le amministrazioni comunali e provinciali della regione a presentare e far approvare, nelle proprie assemblee, una mozione di sostegno alla legge regionale e di «condanna contro la prevaricazione intentata dal governo».
«La posizione assunta dal ministro Fioroni - sottolinea Boscagli - è un grave attacco all’autonomia regionale, ancora più grave in un periodo storico dove si parla tanto di federalismo e di autonomie da valorizzare».
Da parte sua, Fioroni dice di «non voler rispondere agli insulti di Formigoni, dal quale non sono arrivate proposte» e passa la palla alla Consulta, che dovrà pronunciarsi nelle prossime settimane sul ricorso. Immediata la replica dell’assessore Rossoni: «L’unico insulto che qualcuno ha ricevuto è quello che il ministro Fioroni ha riservato alla Lombardia. Anzi, un duplice insulto. Prima, rifiutandosi la benché minima cortesia di rispondere alle nostre ripetute richieste di dialogo; poi, rifilandoci un bel ricorso in Corte costituzionale.

Complimenti per il “savoir fair”».

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