La scuola svizzera a caccia di allievi nel Cantone

Domenico Pinna

La scuola svizzera di Milano a caccia di studenti elvetici non solo nel Nord Italia, ma anche in Ticino. La direzione sta facendo di tutto per invogliare gli allievi svizzeri a fare rotta sull’istituto scolastico di via Appiani. E il motivo è presto spiegato. Anche per la Confederazione sono tempi difficili: l’economia non riesce a uscire dalla stagnazione. Tutti devono stringere la cinghia, compreso lo Stato, costretto a ridimensionare la spesa pubblica. Nessun settore è stato risparmiato. Pure le 16 scuole svizzere all’estero ne risentiranno. A loro arriveranno finanziamenti ridotti: sono difatti stati assegnati 16,5 milioni di franchi all’anno con un taglio del 12%. La scuola di Milano, che riceve circa il 10% dei finanziamenti federali, ha perso grossomodo 60mila euro. Le risorse scarseggiano e per non essere penalizzati ulteriormente è scattata la corsa all’allievo. Le sovvenzioni sono, difatti, proporzionali al numero di studenti svizzeri: più sono gli allievi, maggiori sono le risorse.
«Stiamo mettendo a punto delle agevolazioni – dice Verena Zwicky, la direttrice della scuola svizzera di Milano –, senza considerare che per gli iscritti di nazionalità elvetica la retta è più bassa: per le elementari il costo è di 2.700 euro contro i 4.200 della tariffa piena. Inoltre sono possibili ulteriori sconti, grazie al fondo Pestalozzi. Per gli svizzeri residenti nella provincia di Milano abbiamo poi tenuto un corso speciale in modo che potessero essere inseriti nella scuola». A Milano il corso di studi è particolarmente impegnativo: viene seguito il programma ministeriale italiano e quello che viene svolto nella Svizzera tedesca. Alla fine del percorso formativo, gli allievi conseguono una doppia maturità riconosciuta sia in Svizzera sia in Italia. «Il nostro punto di forza – precisa la direttrice - è il bilinguismo. Svizzeri-tedeschi, residenti in Ticino, possono essere interessati a frequentare la scuola: gli insegnamenti vengono impartiti in tedesco e in italiano».
Insomma, la scuola guarda anche oltre confine. Punta al Canton Ticino, a una cinquantina di chilometri da Milano, cui è destinato una vera e propria campagna di marketing.
La scuola è una delle più antiche istituzioni scolastiche milanesi ancora esistenti. Fondata nel 1919 per iniziativa di un gruppo di famiglie svizzere in città - nello spirito della tradizione avviata nel 1860 dalla Scuola internazionale delle famiglie protestanti – fin dall’inizio sui banchi si sono sempre seduti studenti di ogni nazionalità e confessione religiosa. Il clima internazionale che si respira è il suo tratto distintivo, oltre al fatto che si privilegia lo studio delle lingue, specchio di una nazione in cui convivono idiomi e culture differenti. Attualmente sono 340 gli allievi, suddivisi tra asilo, elementari, medie, liceo linguistico e scientifico: per i due terzi sono italiani, o meglio con la doppia cittadinanza, un terzo di nazionalità svizzera. Trentacinque gli insegnanti.
Se il ridimensionamento dei finanziamenti è una realtà, la scuola svizzera di Milano però non si perde d’animo. «Ogni taglio è doloroso – dice Zwicky -. Per ora siamo stati costretti a fare meno classi dimezzate di lingue. Comunque per ora la riduzione delle sovvenzioni non è grave». «Si tratta di gestire con maggiore oculatezza le risorse disponibili – dice Robert Engeler, responsabile del Collegamento svizzero in Italia, associazione che raggruppa le 63 istituzioni private svizzere in Italia, tra cui circoli, società di beneficenza, scuole e chiese -.

La qualità dell’insegnamento non ne risentirà».

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