Scuole, ditte e carceri: ecco i veri numeri della città «africana»

Milano è una delle città africane più grandi d’Europa. Non è un gioco di parole: parlano le cifre. Il capoluogo e i Comuni della provincia ospitano centinaia di migliaia di immigrati di ogni nazionalità. A Milano i residenti stranieri sono 175mila circa, su un milione e 300mila: 62mila asiatici, 40mila africani, 37mila sudamericani. Senza contare gli irregolari. La scuola milanese è, oggi, una fotografia di quella che sarà la città fra qualche anno. Le previsioni dicono che un milanese su cinque avrà origine straniera. E i dati delle iscrizioni agli istituti cittadini confermano questa analisi: gli iscritti stranieri alla scuola primaria nell’ultimo anno sono stati il 18,15 per cento, in media fra statali e non. Il 20,91 per cento nelle scuole statali. La media scende leggermente fra i ragazzi più grandi: 17,55 per cento nella scuola secondaria.
Ma già oggi la presenza è talmente ingente da essere percepita costantemente in città e nell’hinterland. Ovvio, se un quarto degli immigrati in Italia vive in Lombardia. Nella Regione nel 2008 hanno raggiunto quota un milione e 60mila, il 13 per cento in più rispetto all’anno prima. Molti muniti di permesso di soggiorno, ai quali però si aggiungono (stime ufficiali molto al ribasso) 148mila clandestini: 18mila in più del 2007.
A Milano città gli irregolari sono passati da 37mila a 38mila. Il Comune non ha più il «monopolio» degli arrivi - la crescita nel capoluogo è pari a un modesto 1,6 per cento - mentre le presenze crescono in modo esponenziale nelle province più piccole. E la presenza degli immigrati, africani e non, si misura in ogni settore della vita milanese. Le imprese «straniere» sono ormai 25mila, e crescono vertiginosamente: sono 18.800 le imprese con titolari extracomunitari a Milano; 8300 con titolare africano. A Milano lavora un imprenditore su 12, fra gli stranieri che operano in Italia. In pratica è in mano a un titolare straniero il 16 per cento delle imprese milanesi, con un trend in crescita notevole: è stata del 9,2 per cento nel 2007, e del 19,7 per cento nel 2008. Fra i settori più interessati dall’invasione: le costruzioni con il 34,2 per cento delle imprese straniere e il commercio con il 27,5. Negli ultimi mesi si è registrato il fenomeno dell’apertura dei locali stranieri (ristoranti, pizzerie, caffè).
Evidente che, con questi numeri, e con le difficoltà sociali che molti immigrati incontrano - e che sono acuite nella condizione di clandestinità - altissime siano anche le percentuali di immigrati che si trovano ad aver a che fare con la giustizia. Un mese fa erano già 1075 gli stranieri denunciati per reati come furti, aggressioni e rapine. E su 18 stupri registrati dall’inizio dell’anno, si calcolava che 16 avessero come responsabile uno straniero. Secondo i dati diffusi in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario 2008, gli imputati stranieri pervenuti a giudizio erano 10.770, contro i 9.652 dell’anno precedente. Quest’anno sono ancora in crescita. E la popolazione carceraria oggi in gran parte parla straniero: valga per tutti l’esempio di San Vittore, dove ormai gli italiani sono solo il 30 per cento.

Con numeri del genere è normale che anche gli esperti meno legati a un approccio di tipo ideologico, mostrino grandi preoccupazioni per gli attuali ritmi di immigrazione: «Sono ritmi insostenibili», ha detto Gian Carlo Blangiardo, ordinario di Demografia alla Bicocca.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica