Scurdammoce ’o Violante

Mi telefona un politico e mi dice che Luciano Violante sarà il prossimo presidente della Corte costituzionale. Scrivo questa rubrica senza sapere se sia vero, e chiedo al Direttore di lasciarmi riportare quanto già scrissi in questo stesso spazio. 28 marzo 2008: «Violante vuol diventare presidente della Corte costituzionale. Ogni sua mossa e ogni sua parola è finalizzata all’obbiettivo, come han sempre fatto dalle sue parti. Fonti sicure assicurano che le trattative sono in corso. Vi fidate? Io no. Vi piace? A me no». 19 maggio 2008: Violante, quando nel 1994 diceva che Forza Italia «fa una chiamata alla mafia», aveva già 53 anni. Nel 2002, quando disse che «le proposte di Berlusconi rispondono alle richieste dei grandi mafiosi», aveva 61 anni. Ora Violante può andare incontro a tutte le folgorazioni senili che vuole: e può dire, come ha detto, che il processo Andreotti non andava fatto, che il pool di Milano esagerava, che le intercettazioni non vanno pubblicate, che le correnti togate hanno troppo peso, che il giornalismo alla Travaglio fa schifo: benissimo, venga a prendere un caffè da noi.

Ma da qui a farlo giudice della Corte costituzionale, se permettete, ce ne corre. Non deve stupire che alcuni non giudichino superabili le divisioni che Violante genera ancor oggi: le divisioni, quantomeno, tra chi ha buone dosi di fosforo nella memoria e chi decisamente meno.

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