La scure delle Regioni: abolito il vitalizio per i consiglieri

Roma«Noi abbiamo dato, ora spetta alla Camera indicarci le linee-guida per ulteriori tagli». È questo il messaggio che viene dettato alla fine della conferenza dei consigli regionali riunitasi ieri in assemblea plenaria, presenti 15 presidenti su 19. Ne è emerso che tutte le Regioni hanno abolito l’istituto del vitalizio a seguito dell’intesa delle due Conferenze (giunte e consigli) dell’ottobre scorso. Un taglio che non scatterà subito ma a partire dalla prossima legislatura e dunque, per la gran parte delle regioni, dal 2015. A questo punto bisognerà aspettare un’indicazione della Camera dei deputati con il passaggio per quanti sono impegnati in politica a un sistema contributivo che li allineerà a tutti gli altri lavoratori.
Il vitalizio così come era concepito era «retribuzione differita» e quindi non soggetto al sistema previdenziale. «Tutte le Regioni - ha detto il presidente del consiglio della Puglia, Onofrio Introna - hanno lavorato e deliberato secondo quanto l’opinione pubblica si aspettava. Dunque non si può dire che non è stato fatto nulla. Ora attendiamo le decisione della Camera». Un intervento che potrebbe incidere anche sul numero degli eletti. Tre Regioni - la Sicilia, la Sardegna e il Friuli-Venezia Giulia - hanno già approvato leggi che prevedono la riduzione del numero dei consiglieri. Essendo Regioni a statuto speciale devono, però, ottenere l’ok dai due rami del Parlamento. «Martedì prossimo - spiega il presidente del Friuli, Maurizio Franz - siamo stati convocati in Senato per illustrare le leggi che abbiamo approvato». Franz come altri presidenti è disponibile a proseguire sulla strada del risparmio. Per questo è plausibile che possa essere messa nero su bianco una proposta unitaria anche se nel rispetto delle diversità delle singole Regioni.
Complice il vento anticasta che soffia nel Paese, alcuni rappresentanti delle Regioni ci tengono a dichiarare i loro piccoli risparmi. Il Trentino, per esempio, ha «dal 2001 ridotto gli stipendi dei consiglieri - ricorda il presidente del consiglio, Rosa Taller - di 300 euro. Non abbiamo l’indennità di funzione ai presidenti di commissione, il vitalizio e i gettoni presenza. Siamo il fanalino di coda». Il Piemonte ha istituito la firma elettronica per rilevare la presenza dei consiglieri e ridotto del 10% le indennità.

«Questo - rileva il presidente Valerio Cattaneo - ci comporta un risparmio di 20 milioni e altri 15 ne entreranno con provvedimenti che abbiamo in cantiere». «Entriamo nella seconda fase - annuncia il marchigiano Vittoriano Sollazzi - dopo che avremo capito le intenzioni del Parlamento ci adegueremo proponendo un unico modello».

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