Se la carriera delle donne fa divorziare meno

È il ribaltamento di un vecchio ritornello. Lei lavora. Ma la coppia non ne risente, anzi, è felice: anzi, più stabile e duratura delle unioni dove l’unico a guadagnare è il marito. Così, dopo decenni, il luogo comune che la carriera delle donne distrugga il matrimonio è messo in crisi dalle statistiche, che dicono il contrario: nel complesso, se lui si occupa un po’ di più della casa e lei ha uno stipendio, la probabilità di divorziare è minore.
Certo si tratta di numeri, in qualche modo di una generalizzazione, così come lo era la vecchia convinzione che il lavoro femminile rovinasse le famiglie. Però sotto i numeri c’è una teoria, come spiega Tara Parker-Pope sul New York Times: le donne non si devono più sposare per avere un sostegno economico dal marito, quindi possono scegliersi un compagno che amino davvero e che condivida una gestione alla pari dell’impresa-famiglia. Ecco che così le cifre stanno dalla parte delle donne lavoratrici, operaie, impiegate, negozianti, manager, insegnanti, politiche, imprenditrici: dal picco di 23 divorzi ogni mille coppie, toccato alla fine degli anni Settanta, negli Stati Uniti si è scesi a meno di 17 separazioni su mille. Una diminuzione avvenuta in parallelo alle conquiste economiche e culturali delle donne: dagli anni Settanta, stesso periodo, il loro stipendio è cresciuto in media del 44 per cento (rispetto al 6 per cento dei colleghi maschi); nella fascia di età fra i 30 e i 44 anni le donne sono la maggioranza fra i laureati. E stanno per battere i maschietti anche in quantità: le lavoratrici americane sono ormai il 49,9 per cento, insomma a un pelo dal sorpasso.
Ma tutto ciò - dicono ora le statistiche - non va a scapito della vita sentimentale, non distrugge la famiglia e non impedisce di essere felici anche fra le mura di casa. Anzi: più le donne sono colte, più sono soddisfatte professionalmente, tanto più spesso hanno anche un matrimonio stabile. Al contrario, secondo un rapporto del Center for American Progress, in quegli Stati dove le mogli con stipendio sono poche, i tassi di divorzio sono più alti.
Insomma, i numeri sono dalla parte delle signore, anche se non tutto fila liscio. Il dibattito è aperto, da anni: come si sente un marito di fronte a una donna in carriera? L’indipendenza di lei lo rende orgoglioso e sereno, o in realtà lo spaventa? La risposta finora non c’è stata. Anni, mode, numeri e realtà raccontano una verità sempre diversa. La discussione si è riaccesa dopo l’ultimo rapporto del Pew Research Center: le donne sono ormai quelle che guadagnano di più nel 22 per cento delle coppie (rispetto al 7 per cento negli anni Settanta). E vantano anche una preparazione migliore: nel 53 per cento dei casi marito e moglie hanno lo stesso livello d’istruzione, ma nel resto delle coppie le più acculturate sono le donne (il 28 per cento contro il 19 per cento degli uomini). Tanti successi vanno a scapito della felicità in famiglia? I numeri dicono di no. Anzi, se si condividono le fatiche domestiche e la responsabilità dello stipendio, le probabilità di separarsi sono inferiori rispetto a una coppia vecchio stile, dove sia solo lui a lavorare.

Ma certo non è facile per gli uomini adattarsi a nuovi compiti e nemmeno, per le donne, lasciare il timone della casa. È un equilibrio dei poteri da bilanciare ogni giorno ma almeno, per ora, c’è il conforto delle statistiche.

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