Se ci fossero gli Stati Uniti di Vespuccia

Cominciano oggi a New York e poi a Firenze i solenni festeggiamenti per il cinquecentesimo anniversario del­la morte di Amerigo Vespucci

Se ci fossero gli Stati Uniti di Vespuccia

Cominciano oggi a New York e poi a Firenze i solenni festeggiamenti per il cinquecentesimo anniversario del­la morte di Amerigo Vespucci. In partico­lare si inaugura oggi a New York una mo­stra «Amerigo’s America - Firenze e i mercanti del Nuovo Mondo». E io mi pongo sin da quando ero bam­­bino una terribile domanda: ma come sa­re­bbe stato il mondo se avessero dato al­l’America non il nome ma il cognome del navigatore fiorentino?

Pensate, gli Stati Uniti di Vespuccia. Sarebbe mai diventata una superpoten­za mondiale, avrebbe mai conquistato la terra e la luna e colonizzato i costumi del pianeta un Paese dedicato al diminu­tivo di un insetto? A chi avrebbero fatto paura i vespucci­ni, come avrebbero potuto imporre al mondo il vespuccian way of life? I vespuc­cini non avrebbero sofferto di giganti­smo, come invece gli americani, e nem­meno di obesità; ma di nanismo, anzi di più, di insettismo e sarebbero passati inosservati o al più considerati molesti.

La loro bandiera sarebbe a strisce gial­le su fondo nero, perché come spiegano le enciclopedie «i vespidi hanno strisce gialle su corpo bruno» (da cui Bruno Ve­spa). Il loro ronzio non avrebbe avuto ri­sonanza mondiale, sarebbe bastato un buon insetticida per tenerli lontani dal­l’Europa; e i pellerossa sarebbero anco­ra i signori della loro terra.

Nei dizionari non starebbero alle pri­me pagine come impone il loro sontuo­so nome America; ma relegati in fondo, tra Vespasiano,l’imperatore dei gabinet­ti, e la Vispa Teresa, cacciatrice di farfal­le. Ah, che può combinare un nome...

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