Se la Comunità di S. Egidio ci garantisce la sicurezza...

Caro Granzotto, come ogni mattina anche oggi ho sono passato dall’edicola per acquistare una copia del Giornale, approfittandone per scambiare quattro frizzi con l’edicolante, che è tifoso del Milan, mentre io lo sono dell’Inter. Mentre stava enumerando le qualità del loro nuovo idolo Ronaldinho, m’è caduto l’occhio sui giornali esposti e in particolar modo sull’Unità, che riportava in cima alla testata e su uno sfondo rosso vivo la frase che ho copiato e che ora le trasmetto: «L’Italia è uno dei Paesi più sicuri al mondo eppure gli italiani che seguono i telegiornali sono convinti del contrario. È in atto una campagna di insicurizzazione che è un boomerang per il Paese. Perché quando la malattia non c’è e le medicine si prendono lo stesso, queste fanno danni ancora più gravi». Firmato Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio. Cosa vuol dire, che la polizia di Stato e l’Arma dei carabinieri vanno sciolte perché fanno più male che bene?


Non saprei dirle, caro Delfino, cosa frulli nelle teste dei gerarchi della Comunità di Sant’Egidio. Teste fini, ci mancherebbe, ma ciò non ha impedito a Mario Marazziti di ciurlare (con l’aiuto dell’Unità) nel manico e di pensare di farci fessi col giochetto delle tre carte. Detto così, «uno dei Paesi più sicuri al mondo» non significa niente. Non significa, in primo luogo, che il nostro sia un Paese sicuro: caso mai lo è solo di più - o di meno, magari molto meno - di altri. E poi, che parametri sono stati adottati per misurare il grado di sicurezza? Chi li ha forniti? Chi li ha elaborati? Chi ha stabilito il limite oltre al quale non è corretto dirsi, sentirsi insicuri? Sarà anche di gran conforto sapere che in base ai dati in possesso della Comunità di Sant’Egidio l’Italia è più sicura, mettiamo, della Colombia. Ma questo non vuol dire che il cittadino italiano possa tranquillamente dormire tra due guanciali nella certezza, perché lo affermano Mario Marazziti e l’Unità, che non gli succederà mai niente, che non verrà derubato, scippato, aggredito o molestato. Certo di non rischiare una coltellata nella pancia da qualche balordo, sia esso indigeno o extracomunitario, bianco o nero, nomade o stanziale, in cerca di spicci per la sua dose di eroina. Insicurizzazione. Adesso ti sono andati a inventare un altro peccato attribuibile in via diretta a Berlusconi: la insicurizzazione. Il cui antidoto sarebbe, secondo Mario Marazziti e Concita De Gregorio, la desicurizzazione: basta con questo sciocco, borghese timore d’essere derubati, aggrediti, malmenati quando non accoppati. «La malattia non c’è», dice Marazziti. La criminalità non esiste, la criminalità è solo un fantasma agitato da una destra fascista e/o putinista. Non c’è canaglia, non ci sono teppisti, delinquenti, drogati e papponi. Ma caso mai «diversi», «ultimi», «emarginati», «migranti», «vittime del disagio sociale» e del nostro pregiudizio.

Io non dico di no, caro Delfino, magari le cose stanno così come ce le raccontano quelli di Sant’Egidio. Che è patrono dei fabbri. E siccome poco mi cambia se a svuotarmi l’appartamento è un «diverso» invece che un ladro, dal fabbro vado. Per farmi blindare l’uscio di casa.

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