Cronaca locale

Se la cultura va in fabbrica

C hissà come reagirebbe Marinetti sapendo che gran parte delle ex industrie meneghine si sono trasformate in atelier, showroom, gallerie d’arte. A Milano come a Berlino, fatte le debite proporzioni, «le aree industriali dismesse offrono l'unica possibilità d'interventi immobiliari di grande respiro» sottolinea Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari (l'Istituto di studi e ricerche che analizza i mercati immobiliari in Italia e Europa). Luoghi aperti, isolati dal trambusto quotidiano, le aree delle ex industrie rinascono per dare spazio alla creatività di scultori, pittori, performer contemporanei che qui realizzano studi, gallerie e atelier.
La parte a est è forse la più recente e, al momento, quella che ha visto nascere nuove realtà: ultimo arrivato è il Nuovo Cinquantasei, con il suo Spazio Art, che ha inaugurato da poche settimane e sorge in quella che era un tempo la mensa della Richard Ginori in via Tucidide 56 (zona Ortica): la mostra di Giorgio Dalla Zorza apre una stagione di arte, musica dal vivo (c'è anche un pianoforte) e teatro, che farà del Cinquantasei un luogo di dibattito e intrattenimento, oltre che ristorante (info. wildbunch@yahoo.it, 02-70006486). Per trovare altre isole di cultura all'interno di ruderi ex industriali riadattati a est di Milano, basta andare a Lambrate, nella zone di via Ventura che oggi ospita gallerie di tendenza e studi di designer; e da via Mecenate fino a Linate: all'interno delle vecchie Officine Innocenti, dove dal '47 al '72 si fabbricava la Lambretta, e dove è sorto lo spazio interdisciplinare dedicato alla cultura contemporanea Lap- Lambretto Art Project- Osservatorio del Contemporaneo (via Cletto Arrighi 19, www.lambrettoartproject.com, 02-26418090), che ha in preparazione una grande collettiva per il Salone del Mobile («13798 grammi di design»). «Contemporaneo» e «interdisciplinare» sono gli aggettivi dominanti nei nuovi spazi nati di zona Ventura, sempre a Lambrate: la ex Faema, che produceva macchinette per il caffè, ospita ora (ai civici 3, 5 e 15) il «distretto creativo» Ventura Broadcast (www.venturabroadcast.com). Se la zona est è la più recente, si può dire che la prima area ex industriale a risorgere come luogo alternativo per la cultura sia l’area Sud Ovest, da via Tortona a via Savona: a partire dal 1865, la costruzione della ferrovia per Vigevano e la stazione di Porta Genova, favorì la nascita di varie industrie, come la Ansaldo, la Osram, la Richard Ginori e la Nestlè. Nel 1987, il fotografo di moda Giovanni Gastel, ha da tempo il suo studio in via Tortona, in un ex deposito di imballaggi, seguito a ruota da altri artisti e designer, fino al 1996 quando, in una fabbrica dismessa, nacque quello che oggi si chiama Superstudio 13, che ospita studi fotografici e una mega-location per eventi, moda, arte, design, danza, entertainment, fiere e convention. Arnaldo Pomodoro ha creato la sua Fondazione nell'area dell’ex industria Riva Calzoni (www.fondazionearnaldopomodoro.it). Al momento ospita, fino al 21 marzo, la mostra dell'artista Cristina Iglesias, 19 opere, alcune di grandi dimensioni, che ripercorrono tutta la sua produzione). Alla fine del 1919 la Società Italiana Carminati Toselli, intorno a viale Messina, aveva alle sue dipendenze 1350 operai e costruiva tram. Oggi quell'area si chiama Fabbrica del Vapore (via Procaccini 4): un luogo ex industriale che dal 2002 è lo spazio aperto messo a disposizione dal Comune per gallerie studi di artisti. Nel Docva-Documentation Center for Visual Art, centro di documentazione per le arti visive che riunisce e mette a disposizione del pubblico tutti i materiali delle gallerie che hanno sede nella Fabbrica del Vapore, ha da poco inaugurato la mostra «One More Reality, Milano/Marsiglia», che offre una selezione dall'archivio marsigliese «Documents d'artistes», di artisti contemporanei che operano a sud della Francia (fino al 25 febbraio, da martedì a venerdì ore 11-19, sabato dalle 15 alle 19. Info. Careof DOCVA: 02-3315800, www.careof.org).
«Questi nuovi spazi, in zone magari meno frequentate della città, non solo devono attirare persone, ma devono anche produrre stimoli -dice l'assessore Finazzer Flory-. Tutti questi luoghi sono delle straordinarie opportunità, dei laboratori artistici. Il comune di Milano è disposto a collaborare con i privati che possiedono questo tipo di immobili e volessero renderli degli open space per l'arte».


In cantiere, c’è l’apertura di nuovi spazi, come lo stabile già appartenuto all'Enel, proprio davanti alla Fabbrica del Vapore, già pronto al restauro.

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