Se i compagni fanno le ronde son "passeggiate di sicurezza"

Intellettuali, comici e stampa di sinistra avevano messo in croce i "barbari" padani Ora a Chiaravalle fanno lo stesso. Ma è una "esigenza di sicurezza partecipata"

Se i compagni fanno le ronde  son "passeggiate di sicurezza"

La ricordate quanto erano brutte le «ronde» proposte dalla Lega per mandare gli abitanti di quartieri difficili a spasso nei medesimi quartieri per scoraggiare i malintenzionati? Magari armati, ma di macchina fotografica per documentare degrado e situazioni imbarazzanti? Cose da barbari padani affetti da machismo acuto e assolutamente incapaci di adeguarsi alle norme del comune vivere civile di cui si ciba quotidianamente solo la sinistra al caviale dei salotti buoni. Roba che scatenò le proteste dei sinceri democratici e la riprovazione mista a ironia di giornali e comici autodefiniti progressisti e sempre pronti a fustigare le ronde altrui. Perché oggi si scopre che con un semplice tocco della bacchetta arancione, nel meraviglioso mondo di Pisapie le ronde si son trasformate come per incanto in «passeggiate per la sicurezza». Son partite da Chiaravalle per decisione del consiglio di Zona 5 presieduto da Aldo Ugliano (Pd) e su Repubblica quello che prima era un obbrobrio degno solo di quei trogloditi dei leghisti, ora si trasforma in una giusta esigenza di cittadini spaventati dal crescere della delinquenza intorno a casa. Neppure la fatica di camuffare un po’ l’iniziativa dato che si tratta di semplici cittadini, associazioni di quartiere, vigili urbani e consiglieri di zona. Per di più armati di macchina fotografica per segnalare alle istituzioni i problemi del quartiere e «garantire la sicurezza partecipata, prevenendo il degrado urbano». Sicurezza partecipata? Ma non era lo slogan di Letizia Moratti e del suo vicesindaco Riccardo De Corato sempre dipinto come un irriducibile sceriffo? Potere della parola, ora basta un cambio di nome. Un’iniziativa estemporanea? Macché, perché le «passeggiate per la sicurezza» si terranno una volta al mese con uscite prima pomeridiane e poi «serali e notturne». Soddisfatto l’assessore Marco Granelli (Pd) perché il cambio di nome da ronde a passeggiate, impedirà «che chiunque si senta legittimato a farsi giustizia da solo». E poco importa se gli abitanti di via Padova abbiano già chiesto il ritorno dei militari di pattuglia cacciati da Pisapia. Così come hanno fatto pendolari, residenti e negozianti intorno alla Stazione Centrale, disgustati e preoccupati dal ritorno della microcriminalità. Difficile ammettere che le iniziative di cui i cittadini hanno bisogno, non sono né di destra, né di sinistra. Servono e basta. Così come riconoscere che altrettanto spesso il banale appiattirsi sul presunto politicamente corretto, cozza contro esigenze spicciole, ma fondamentali. Come poter andare a far la spesa senza la paura di essere scippati sotto casa. Ché anche la percezione della sicurezza aiuta a viver meglio. Come aiuterebbe a viver meglio il cominciare a chiamar le cose con il proprio nome.

E le ronde son sempre ronde e quelli di sinistra che impediscono al presidente della Provincia di parlare all’anniversario di piazza Fontana per ricordare una strage ancora senza colpevoli, sono dei violenti. Semplicemente dei violenti che non meritano di essere protetti dietro un comunicato a dir poco reticente. Come quello diramato a notte fatta dal sindaco Pisapia.

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