Se i minuti e i centimetri cambiano a seconda del mister

(...) troppo difficile da cogliere. A patto che si voglia restare ai fatti, e mantenere un minimo di coerenza.
Se il Gasperini settimo in classifica non andava bene perché il Genoa giocava il miglior calcio d’Italia ma non faceva sempre risultato, non si capisce perché oggi non debba andar bene il Malesani che fa risultato ma non gioca il miglior calcio d’Italia. Se Ballardini era l’allenatore ideale per definizione in quanto «persona perbene», c’è qualcuno che possa dire a Malesani, specie poi al Malesani che ha saputo trovare parole come quelle di domenica sera, che è una «persona permale»? Oppure ancora: qualcuno ricorda le partite del Genoa dell’anno scorso o pensa solo al nono posto finale? Il gol di Veloso, rispetto a quello di Milanetto che portò il Genoa di Ballardini a battere il Bologna di Malesani ha un’unica differenza: è arrivato all’86’ anziché all’81’. Quello di Ranocchia al Cagliari fu una via di mezzo: all’83’. Spero che nessuno abbia il coraggio di dire che il Genoa di Ballardini abbia mai strameritato di vincere quelle partite - diciamolo, un po’ rubacchiate anche grazie a un Eduardo strepitoso - che in realtà segnarono la svolta del campionato.
Se Malesani ha faticato a battere il Novara, Malesani è anche l’unico allenatore dai tempi di Bagnoli (e di Maifredi) ad aver fatto tremare la Juve (quella prima in classifica, non la juvetta degli anni scorsi) a casa sua e a far pregare i suoi tifosi che arrivasse prima possibile la fine della partita. Se Malesani è quello che si ostina a mettere in campo Caracciolo o Constant, Malesani è anche quello che ha ritrasformato in fuoriclasse quel Veloso che con i precedenti allenatori era considerato al massimo un centrotavola metodista. Se domenica, una questione di centimetri ha fatto finire la palla di Rigoni sulla traversa, sarebbe in malafede non ricordare che la stessa questione di centimetri ha evitato al primo minuto che una splendida azione conclusa da Constant spianasse la partita ai rossoblù. O che la stessa questione di centimetri ha prima impedito ad Antonelli di chiudere in gol anziché sul portiere un’altra splendida manovra, e poi ha messo in fuorigioco Granqvist che il gol l’aveva già fatto. Il metro di giudizio, deve essere sempre fatto da cento centimetri uguali.
Tutte considerazioni che non possono cancellare il fatto che questo Genoa evidentemente ha dei problemi quando deve «fare» la partita e trova un Novara che aveva già preso a pallonate quella Roma che gioca «come il Barcellona», perdendoci ugualmente allo scadere. Ma poi magari con le squadre che sono in testa alla classifica il Grifo gioca alla pari, anzi meglio. Nel calcio non esistono verità assolute. Magari esistono le balle assolute, come quella degli allenamenti un’ora la mattina, cui la condizione fisica di una squadra che cresce sempre a fine partita dovrebbe aver già risposto. Così pure, non si può avere sempre tutto, sempre risultati e spettacolo. È legittimo sperarlo. È legittimo chiedere a Malesani perché non gioca Jorquera o perché Granqvist sia sempre venuto dopo Bovo. Ma sono, per l’appunto domande.

Domande che a maggior ragione hanno diritto di porsi i tifosi, senza essere per questo genoani di serie A o di serie B. L’importante è non essere arrabbiati per il fatto di essere ancora una volta, in serie A. A sinistra.

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