Se l’anticonformismo è semplicità

MilanoL’àncora che tiene saldo un uomo costretto a barcamenarsi in un mare di tendenze, è il buon gusto e la magnifica normalità delle cose che contano davvero. C’è solo un rischio: passare per borghesi e perbenisti. «Per prendere le distanze dal conformismo, bisogna indossare abiti semplici», sostiene John Richmond, stilista di talento che fa di Ian Curtis, cantante della band Joy Division, il suo antieroe virando l’anima rock verso un uomo austero
Da vestire con cappotti sartoriali, impermeabili trapuntati, camicie a quadri, pantaloni di totale aplomb. Ma da tentare con il frac-giubbotto e il pantalone sorretto da una cintura gioiello con ardita scena da kamasutra. L’uomo di Dirk Bikkembergs afferra con il dovuto pragmatismo le avverse condizioni climatiche e fa di necessità virtù. Mesi fa lo stilista tedesco ha portato 11 giocatori sulle Ande cilene, a cinquemila metri d’altezza, per scattare le foto della campagna pubblicitaria. «Pur avendo chiesto a tutti di equipaggiarsi, nessuno lo aveva fatto a dovere». Così ha cercato soluzioni di fortuna, fra coperte e piume, corde da montagna e quant’altro. Da qui l’ispirazione per un inverno che a partire da un capo simbolo come la tuta di cashmere proposta dalla mattina alla sera, tocca punte di creatività speciale nella bella maglieria, nei piumini gonfi dai colori del cielo, negli stivali allacciati con la corda da montagna. Ai grandi freddi e alle intemperie del resto bisogna far fronte con astuzie tecnologiche. Moncler Gamme Bleu, per esempio, ha vestito una camerata di 40 ragazzi con capi ad altissima intelligenza studiati da Tom Browne. Lo stilista di New York alla terza collezione, conferma la capacità di applicare allo sportswear le raffinatezze sartoriali. Abiti e cappotti sportivi sapientemente imbottiti e impeccabili soprabiti in castoro portati su pantaloni da sci. «Abbiamo chiuso il 2009 con un fatturato di 370 milioni di euro e una crescita del venti per cento. Segno che abbiamo capito il mercato dandogli più servizio e rispettato il consumatore», dice infatti il presidente Remo Ruffini. Il piumino rimane in ogni caso uno dei protagonisti del guardaroba cittadino anche nella prima collezione Galliano Uomo prodotta da Ittierre: in nylon scozzese viene arricchito da un effetto sfumato. Se invece a farla da padrone è la celebre stampa «Gazette», l’immaginifico stilista nato a Gibilterra, la cosparge di una colata di vernice mentre è una lavorazione craquelé a spalmare di rude verità il giubbotto in pelle used.
Anche la maglieria inonda con la sua persuasiva dolcezza la vita di un uomo disposto a cambiare in meglio. Così da Marani il cardigan di cashmere è lavorato a punto riso, i pull a V sono a righe spruzzate, le t-shirt esibiscono una stampa liberamente tratta dalla Venezia di Guardi.

E un intero guardaroba in maglia lavorata come un tessuto declina Ballantyne utilizzando nuove strutture produttive in Umbria e la mano dello stilista Alfredo Argirò: dal bomber al giubbotto e al jeans cinque tasche in denim di cashmere, dai pull gessati a quelli punta di spillo e pois, tutti realizzati a mano. Speciale è pure l’effetto ceratura che trasforma gli over jackets di maglia impermeabile firmati da Etro in un poetico moltiplicarsi di ramage che evocano i colori del bosco, la corteccia, il muschio e la torba.

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