Se l’«arancia meccanica» è under 16

Arancia meccanica-baby a Viterbo. Sei ragazzi tra i 14 e i 16 anni sono stati denunciati dalla polizia e dai carabinieri per violenza, lesioni con armi improprie e violazione di domicilio, dopo aver fatto irruzione in un appartamento dove si trovavano quattro giovani, due maschi e due donne, tra i 20 e i 22 anni. I quattro malcapitati sono stati presi a cinghiate e l’appartamento messo a soqquadro. Della baby gang facevano parte anche altri ragazzi, che non sono stati denunciati perché non avendo compiuto 14 anni non sono imputabili. Tra questi ultimi ci sarebbe anche il capo del branco, un tredicenne.
I componenti del branco sono tutti noti alle forze dell’ordine in quanto hanno compiuto altri atti di violenza e danneggiamenti, nonché per essere contigui agli ambienti dell’estrema destra viterbese e ai gruppi ultrà. Il più grande di loro, all’epoca dei fatti sedicenne, nel giugno dello scorso anno era stato arrestato dagli agenti della sezione minori della squadra mobile per violenza sessuale, in quanto, con la forza e le minacce, avrebbe costretto tre bambini di 12-13 anni ad avere rapporti sessuali con lui. Il processo è ancora in corso al tribunale dei minori di Roma.
Il sanguinoso blitz è avvenuto la sera del 19 luglio scorso, mentre a Viterbo impazzava la Notte Bianca. Il gruppo ha dapprima irriso due ragazzi, figli di noti professionisti, che tornavano a casa dopo aver preso dei gelati per le ragazze che li attendevano nell’appartamento. Poi li hanno aggrediti nell’androne del palazzetto cinquecentesco, picchiandoli con vari oggetti contundenti. I due sono riusciti a chiudersi in casa, ma gli aggressori hanno sfondato la porta, rompendo tutto ciò che capitava loro davanti, e hanno continuato a picchiare il figlio del proprietario dell’appartamento e un suo amico. Infine, ridendo e minacciando gli aggrediti si sono allontanati. Sui muri sono rimasti grossi schizzi di sangue e, sul pavimento i segni della devastazione. I giovani aggrediti hanno subito lesioni guaribili in 20 e 10 giorni.


Nelle case degli aggressori - descritti come violenti, spavaldi, spesso ubriachi, iscritti a scuola ma poco abituati a frequentarla - sono state sequestrate spranghe di ferro, una mazza da baseball con la scritta «avvocato difensore», una spada e locandine con la sigla «Acab» acronimo di All cops are bastards, cioè «tutti i poliziotti sono bastardi». «La violenza minorile - dicono il capo della squadra mobile viterbese Fabio Zampaglione e il comandante della compagnia carabinieri di Viterbo capitano Marco Ciervo - è un fenomeno molto diffuso a Viterbo e provincia».

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