Se l’ascensore si comanda con l’iride di Formigoni

(...) per palazzi da uffici. E che ha vinto l’appalto per gli otto ascensori centrali della nuova sede della Regione. Sei ascensori saliranno relativamente piano, sei metri al secondo. Due andranno su come schegge: otto metri al secondo. Saranno i più veloci d’Italia e eguaglieranno il record d’Europa, attualmente detenuto dal Kolhoff di Berlino. Ma resteranno (e questo forse è un bene) a distanza dai folli 17 metri al secondo vantati dal Taipei 101 Building, record planetario.
Che bisogno ci sia di farsi sparare in orbita a una simile velocità bisogna chiederlo ai progettisti di ascensori, impegnati in una gara senza quartiere da quando nel 1854 Elisha Graves Otis brevettò il primo attrezzo del genere. Di certo, i cervelli di Thyssen Krupp hanno capito quel che ogni utente di ascensori sa per esperienza diretta: che il guaio vero sono i tempi di attesa, le file interminabili, le fermate intermedie. E così hanno inventato una diavoleria che magari inquieterà ulteriormente i tanti che dell’ascensore hanno paura, ma che dovrebbe scorciare di un quarto i tempi di attesa: l’ascensore senza pulsanti all’interno, la prenotazione si fa al momento della chiamata e poi ci pensa il computer a istradare il passeggero verso la cabina giusta e ad aprire le porte al piano prenotato.

Ma non sarà l’unico gadget ipertecnologico degli ascensori-razzo: a Roberto Formigoni, per accedere al suo piano off-limits (dovrebbe essere il trentaquattresimo) basterà avvicinare i suoi occhi nocciola a un riconoscitore elettronico di sguardi.

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