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Se l’impresa sceglie la cambiale. Ma «finanziaria»

Se l’impresa sceglie la cambiale. Ma «finanziaria»

di Fabio Garini*

Il 19 gennaio è iniziato presso la Commissione Finanze della Camera l’esame delle due proposte di legge, Fluvi N° 4790 e Ventucci N° 4795, e parallelamente al Senato sono state presentate due proposte, la N° 1670 Lusi e la N° 2747 Bonfrisco, sulla riforma della disciplina delle cambiali finanziarie. L’on. Galletti, relatore per l’esame dei due provvedimenti, ha evidenziato, nella relazione in Commissione Finanze della Camera, come «gli interventi legislativi si pongano entrambi nell’ottica di ampliare gli strumenti di finanziamento delle imprese alternativi al tradizionale meccanismo del credito bancario, che non appare più sufficiente, da solo, a sostenere adeguatamente la struttura fondamentale del sistema produttivo nazionale, anche alla luce dell’attuale crisi finanziaria».
Ma se la proposta Fluvi è molto aderente al testo già proposto nel 2003, la proposta Ventucci sembra indirizzata maggiormente al principio liberale «è tutto permesso salvo quanto espressamente vietato». Indicativo il comma 2 bis che individua in «tutte le società di capitali» quelle autorizzate ad emettere cambiali finanziarie, subordinando l’emissione a determinati requisiti.
Entrambe le proposte spostano la durata minima da tre ad un mese, mentre si differenziano sulla durata massima, per Ventucci 36 mesi, per Fluvi 60. Importante quanto previsto dalla proposta Fluvi in merito all’eliminazione della limitazione delle emissioni in serie, di ostacolo all’emissione a medio termine con titoli a scadenza diversa.
Sul versante garanzie, l’ipotesi di collegare all’ottenimento di un rating l’emissione di cambiali finanziarie deve essere considerata una opportunità per gli emittenti di operazioni di dimensione maggiore.
Mentre l’ipotesi di richiedere alle società emittenti di sottoporre i loro bilanci a revisione non è rinunciabile per nessuna taglia di emissione/emittente.
Al contempo l’obbligo di dotarsi di uno «Sponsor» responsabile del collocamento e che mantenga nel proprio portafoglio, fino alla naturale scadenza, una quota dei titoli emessi, previsto dalla proposta Ventucci, è aderente alle ipotesi formulate dal presidente di Abi.
Come è apprezzabile quanto previsto dalla medesima proposta, di demandare cioè ad un regolamento Consob la definizione di modalità semplificate di predisposizione e comunicazione del prospetto informativo relativo all’emissione.
Giova sottolineare che stiamo parlando di proposte di modifica ad una legge esistente, la 43 del ’94, che disciplina uno strumento diffuso in tutti i Paesi del mondo ed utilizzato anche da grandi aziende italiane costrette, a causa della scarsa efficacia della normativa, ad effettuare le emissioni di tali strumenti fuori dai confini nazionali.

Pertanto l’approvazione di tale intervento legislativo consentirebbe di riportare in Italia una quota rilevante di queste emissioni, permettendo di indirizzare quote di risparmio verso questi strumenti e consentendo alle imprese di attivare una leva finanziaria efficace.
*Presidente Fidicom1978

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