Guido Mattioni
Anche il gracile scheletro delleconomia globale può aver bisogno di una buona dose di calcio. Qui, però, non si parla del miracoloso ione contenuto nel latte (noto in chimica come Ca2+). Ma dellaltro calcio, il più conosciuto: il pallone. La sferica minaccia alle coronarie dei tifosi, lamata malattia domenicale delle masse. A dirlo sono nomi che contano. E che proprio sui conti ci campano. Come il gigante del credito olandese Abn Amro, la banca daffari internazionale Goldman Sachs e lattendibilissimo Centre for Economics and Business Research di Londra. Stando proprio ai calcoli fatti da questultimo - per dare unidea di che cosa stiamo parlando - la Coppa del Mondo immetterà nelle economie dei Paesi che vi prendono parte una somma complessiva di 13 miliardi di sterline, di cui ben 11,3 si fermeranno in Europa.
Quanto al Paese che si aggiudicherà i Mondiali - dicono i signori dellAbn nel loro studio Soccernomics (sgraziata sintesi tra soccer, il calcio come lo chiamano gli americani, ed economics, ovvero le cose delleconomia) - sarà come sferrare una benefica pedata verso lalto al mercato borsistico e soprattutto al Pil, il prodotto interno lordo. Una crescita pari allo 0,7%, che porterà tuttavia effetti benefici anche alleconomia globale. Una crescita risultante dal braccio di ferro tra due prevedibili effetti opposti: da un lato liniziale calo di produttività provocato dai tanti che si danno malati per non perdere le partite in tv; dallaltro limpulso che verrà ai consumi da un pubblico galvanizzato dallevento. E a vincere il braccio di ferro, scommettono gli analisti olandesi, sarà questultimo.
Ma per questo, aggiungono, molto dipenderà da quale nazionale si porterà a casa lagognata e aurea (o simil aurea) Coppa. E stando sempre ai loro calcoli, il massimo effetto di booster alleconomia mondiale dovrebbe venire proprio da uneventuale vittoria della nazionale italiana. E vediamo di capire perché. «Da una prospettiva di equilibrio della crescita globale - premettono e auspicano gli economisti - dovrebbe essere un Paese europeo a vincere». Questo in quanto un successo degli Usa (anche se improbabile) allargherebbe il divario di performance economica tra le due sponde dellOceano, mentre una vittoria asiatica rischierebbe di surriscaldare pericolosamente economie che sono già vicine al calor bianco.
E quindi, se squadra europea devessere - prosegue il ragionamento - meglio ancora se la Coppa andrà al team di uno dei due Paesi che negli ultimi cinque anni sono stati i fanalini di coda economici del Vecchio continente, ovvero Germania o Italia. E dovendola proprio dire tutta, auspicano apertamente (quasi tifano) gli esperti della Abn Amro, lideale sarebbe una vittoria azzurra. Sia perché la Germania sta già avendo e avrà degli automatici positivi ritorni in quanto Paese ospitante (crescita dei consumi, afflusso turistico, 60mila nuovi posti di lavoro creati e uno 0,3% di crescita del Pil tutta sua), sia perché se si deve scommettere, meglio farlo puntando sul più debole. Loro, gli economisti, lo chiamano effetto rimbalzo.
Serio al punto da aver scritto in materia un tomo di 60 pagine, ma sufficientemente altrettanto british da saperci infilare un ironico sorriso, il capo economista della banca daffari Goldman Sachs, Jim ONeill, mette comunque le mani avanti chiedendosi: «Cè un legame tra calcio ed economia o cerchiamo solo una scusa per divertirci?». Come dire: parliamone, visto che ci piace, ma ricordandoci che come spesso capita in economia, queste sono in buona parte semplici teorie. E per qualcuno, sogni dorati.
Del resto, proprio lItalietta economica del 1982, quella che vinse lultimo mondiale azzurro, in recessione era e in recessione vi rimase.
Guido Mattioni
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