Se Marta consiglia ai cittadini di tirar tardi col censimento

Vedete, io sono un po’ malato. Una sindrome maniacale che generalmente mi spinge a pagare i bollettini di conto corrente postale, dalla bolletta del telefono a quella della luce, il primissimo giorno che me li trovo nella cassetta delle lettere, anche se scadono dopo un mese o addirittura di più. Una volta ho tardato perché era andata smarrita la busta con i bollettini delle mense scolastiche e mi sentivo in colpa come un ladro. Quando ho telefonato al numero verde del Comune per autodenunciarmi, quasi si mettevano a ridere. E lo stesso trattamento lo riservo a chi mi chiede un aiuto e ritengo meritevole di essere aiutato: da Medici senza Frontiere al Fondo per l’ambiente italiano, se penso che si tratti di una buona causa e di giusta richiesta, vengono accontentati il primo giorno. Altrimenti, nel cestino (differenziata, ça va sans dire).
Credo che sia una sindrome comune. Non è che io sono particolarmente bravo.

Ma, come tanti altri, e come tanti lettori del Giornale in generale e del Giornale di Genova e della Liguria in particolare, cerco di essere un cittadino se non buono, almeno decente. E, come coloro che sono abituati a rispettare le leggi, tremo al solo pensiero di poter sgarrare (...)

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