E vabbè che era unestrazione eccezionale, che di lunedì al Superenalotto non si gioca e che i numeri sono stati estratti solo perché sabato era festivo e domenica pure.
E vabbè che alla Sisal questa settimana si trovano a fare indigestione post-natalizia se non di panettoni, di estrazioni: ieri, oggi, giovedì e sabato.
E vabbè che non ha vinto nessuno. Il jackpot aumenta ulteriormente e stasera se qualcuno facesse 6 si porterebbe a casa 111 milioni e 300mila euro, anche se sembra non accorgersene nessuno di quelli che questestate riempiva decine di pagine e centinaia di telegiornali con servizi sul tema «cosa farei se vincessi 100 milioni di euro al Superenalotto».
Ma, a parte il fatto che lestrazione era assolutamente straordinaria e che non ha vinto nessuno, ieri sera il Superenalotto ha rischiato di far venire linfarto a qualcuno. E non per lemozione di aver fatto 6.
È successo che i numeri hanno dato i numeri. Letteralmente. E cioè che, per unora, si sono rincorse due diverse sestine (entrambe non vincenti, a questo punto verrebbe da dire fortunatamente): la prima - divulgata dalle agenzie di stampa Ansa e Adnkronos e soprattutto dal Tg1, che la tiene in sovraimpressione per tutta la durata delledizione delle 20, la più vista - con il numero 19. Per la precisione, la sestina in questione era: 19-34-36-62-78-88 con numero jolly 55 e numero superstar 20.
La seconda sestina, sposata solo dalla piccola agenzia Omniroma e dallApcom, era invece senza il 19, ma con il 61. Per la precisione: 34-36-61-62-78-88, identici il jolly e il superstar. Piccolo particolare: questa sestina è stata invece comunicata dal programma di Raidue dedicato alle Estrazioni del lotto, che è una specie di Vangelo per gli appassionati del genere. E, soprattutto, dalla Sisal e dal suo sito: se i numeri di Raidue sono il Vangelo, qui siamo nei dintorni della Bibbia.
Insomma, chiaramente la sestina buona era la seconda. Non quella dellAnsa, dellAdnkronos e del Tg1, rettificata dallAnsa solo alle 20,58, a quasi unora dalla divulgazione dei numeri errati in tivù e quarantadue minuti dopo il primo lancio sbagliato.
A questo punto, nascono le domande: casi di scuola degni di un trattato di numerologia.
Del resto, nel pomeriggio Antonio Di Pietro, pur parlando daltro, aveva detto che «occorre vigilare» sui giochi.
Senza volerlo, Tonino aveva ragione sullestrazione di ieri sera. Più straordinaria di così.
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