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Se non serviva era inutile chiamarlo

Ricordo ancora quell’amico che qualche mese prima di Germania 2006 disse: «Ecco il gol che ci farà perdere i mondiali». Alex Del Piero aveva appena segnato e quella rete, quella prestazione, poteva dire convocazione da parte di Lippi. Risultato: Del Piero fu convocato per i mondiali e l’Italia alla fine vinse.
Quanto sopra è la dimostrazione che nei confronti di Alex la critica non è mai stata tenera. Lui dice ora: «La mia carriera è lì, di sicuro questi Europei non la possono cambiare». Di certo però questi Europei partono come al solito: con Del Piero in panchina. E il perché il matrimonio tra Pinturicchio e la nazionale sia sempre così travagliato sta forse nel destino dei numero 10, cioè di quelli che nel calcio fanno qualcosa in più e a volte vengono considerati qualcosa di meno: i nove e mezzo, insomma, come disse di lui una volta Michel Platini.
Così ecco che al solito Alex Del Piero diventa materia di discussione anche tra chi di calcio dovrebbe saperne: c’era chi - come Capello - vedeva Del Piero come un giocatore al tramonto e dunque impossibilitato a concludere una partita, c’era chi - vari ex ct - lo vedevano solo un’alternativa a Totti, e c’è chi - come l’attuale commissario tecnico - lo ha costretto a fare il tornante fino a ricevere il Gran Rifiuto: «Se devo andare in Nazionale per giocare in un ruolo che non sento mio, allora sto a casa». Così è stato fino alla viglia degli Europei. E nel mentre Alessandro Del Piero, dopo aver riportato la Juventus nella categoria che le competeva segnando più gol di tutti, si è tolto anche la soddisfazione di vincere il titolo di capocannoniere di serie A. Nota bene: a 33 anni suonati.
Il risultato è stato che alla fine Donadoni lo ha chiamato, un po’ a furor di popolo, un po’ perché di uno così e in questa forma non si può fare a meno. E allora: perché tenerlo in panchina? Le soluzioni ci sono, ad esempio quella con Camoranesi dietro a Toni e Del Piero, tanto per citare quella vista nel secondo tempo dell’amichevole contro il Belgio. Però stasera non sarà così, un po’ per una questione di rispetto, un po’ per la gratitudine del ct verso il gruppo che ha plasmato e che gli ha permesso di essere stasera in campo a Berna e un po’ perché alla fine, se si dovrà scegliere di rischiare qualcosa, il prescelto sarà Cassano.
E del Piero? Lui resta lì, in panchina, come motivatore e capitano a volte giocatore.

Tutto lecito, per carità, e neanche scandaloso. Però, seppure Alex dica di vivere la cosa tranquillamente, la domanda comunque resta: per lasciare a bordo campo un Del Piero così, non era meglio allora lasciarlo direttamente a casa?

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