Due anni fa ho incominciato a lavorare a un nuovo format di fiction per la città di Milano che però si può applicare a tutte le città del mondo. È un giallo in cui non ci sono morti, non ci sono magistrati, polizia, carabinieri, l’Fbi e il problema o il pericolo vengono risolti non con la violenza, ma con l’intelligenza, l’intuizione e l’abilità. Avevo definito con cura i criteri da seguire per stendere le storie e ho chiesto di collaborare a sceneggiatori, registi, giallisti, scrittori di ogni genere.
Tutti hanno provato ma ciascuno cambiava le regole, inseriva nuovi personaggi, insomma voleva fare un’opera originale mentre io invece insistevo perché rispettassero le regole del format. E poiché protestavo mi rispondevano «tu chiedi una cosa impossibile, non si può». Allora ho trovato gente nuova, più fresca, più umile e oggi ho 24 bellissime storie armonizzate fra di loro. Non è vero che non si poteva, si poteva benissimo. Il «non si può» nascondeva il «non voglio» o il «non sono capace». Non è la prima volta che arrivo a questa conclusione.
Sarà capitato a tutti di avere un superiore, un dirigente, un funzionario che, per prima cosa, vi risponde: «non si può» in modo autoritario, inappellabile, con ragioni tecniche di fronte alle quali vi sentite disarmati. Il medico vi guarda con compatimento. L’ingegnere vi fa sentire un uomo dell’età della pietra. Il politico vi spiega che l’opposizione lo rende impossibile. Il finanziere vi dimostra che l’affare è sballato. Il burocrate elenca regolamenti insuperabili. Il giurista vi annienta con citazioni di leggi. E invece quella cosa si poteva invece benissimo fare.
Bastava trovare una soluzione nuova, intelligente. Ma chi dice di no non fa lo sforzo di cercarla. Non vuol cambiare, non vuol fare fatica, non vuol pensare e sperimentare il nuovo. Ma chi dice sempre di no, lo fa anche per conservare ed affermare il suo potere. Quando un uomo di mediocre intelligenza e fondamentalmente privo di fantasia, raggiunge una posizione di potere come fa a conservarla? Circondandosi di persone che gli ubbidiscono prontamente, e creando ostacoli per impedire ai potenziali concorrenti di emergere, di acquistare visibilità e credito.
Il mediocre, di fronte all’inventore, al creatore, è smarrito, ha paura.
Non capisce la sua proposta, il suo progetto, ma oscuramente sente che, se glielo fa realizzare le cose cambieranno e il suo tranquillo e sonnolento dominio verrà turbato. «Quieta non movere» dice l'antico motto latino. Tradotto in italiano, «non si può».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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