Se il poliziotto fa l’utile idiota dei terroristi

Massimo Introvigne

A Londra un poliziotto ha rifiutato di obbedire agli ordini dei suoi superiori, che gli chiedevano di proteggere l'ambasciata di Israele. L'ordine, ha spiegato, lo metteva «a disagio» e gli creava «un problema morale». Il poliziotto, naturalmente cittadino inglese, è un musulmano di origine siriana, Alexander Omar Basha. Dal momento che la polizia - a Londra come altrove - è schierata fuori dell'ambasciata israeliana non per diffondere volantini a favore del governo Olmert né per sventolare bandierine con la stella di David, ma per prevenire attentati tutt'altro che improbabili, se ne deduce che impedire a terroristi di compiere attentati sia per il poliziotto Omar «un problema morale», nel senso che egli pensa, o almeno sospetta, che i terroristi non abbiano tutti i torti.
Si sarebbe potuto immaginare, come ha detto l'ex-sovrintendente della polizia britannica in pensione, Brian McKenzie, che i superiori di Omar - in un paese tollerante e multiculturalista come la Gran Bretagna - gli avessero espresso la loro comprensione e lo avessero cortesemente invitato a cercarsi un altro lavoro, dal momento che evidentemente non è adatto a fare il poliziotto e rappresenta anzi un rischio per i cittadini che dovrebbe difendere. Per esempio, se vedesse dei terroristi alzare la pistola su pacifici cittadini all'uscita di un cinema dove si proietta, che so, il film non propriamente filo-islamico «Il mercante di pietre», anziché reagire tempestivamente il poliziotto Omar potrebbe rimanere a rimuginare sui suoi «problemi morali» mentre i suddetti cittadini sono crivellati di colpi. L'invito a cambiare mestiere sarebbe già di per sé una reazione modesta, tipica della tollerante Gran Bretagna: nella Siria di Assad, di cui Omar è originario, un poliziotto che disobbedisse agli ordini sarebbe fucilato senza processo e sul momento.
Ma non è andata così. Anziché consigliargli di cambiare lavoro, i superiori lo hanno «esonerato» dal servizio di fronte all'ambasciata israeliana destinandolo ad altro incarico. Se a Londra non ci fossero i tabloid, giornali scandalistici che di solito fanno danno ma qualche volta sono utili, le cose sarebbero finite qui. Viceversa, la vicenda è venuta fuori e il governo ha ordinato un'inchiesta, che ci auguriamo porti ad allontanare Omar dalla polizia. Ma un'organizzazione che si chiama Associazione dei poliziotti musulmani britannici ha dichiarato che sosterrà Omar «fino in fondo», e lo stesso hanno affermato le principali associazioni islamiche inglesi. Non ci sono statistiche precise - causa privacy - su quanti siano i poliziotti musulmani in Gran Bretagna ma la Bbc riferisce che sono «molti».
L'incidente apre uno scorcio inquietante su che cosa potrebbe succedere anche in Italia ove passassero le proposte del governo Prodi sulla rapida e indiscriminata concessione della cittadinanza a centinaia di migliaia di immigrati, molti dei quali musulmani. Alcuni di loro - magari «molti» come in Gran Bretagna - potrebbero diventare poliziotti. Fra questi ci sarebbero senz'altro ottimi poliziotti e leali cittadini italiani.

Ma se il filtro della cittadinanza non funziona - e con le proposte dell'attuale governo non può funzionare - ci sarebbe anche un certo numero di poliziotti Omar e di associazioni che li sostengono, la cui posizione su Israele - per non usare eufemismi - ne fa nel migliore dei casi dei compagni di strada e «utili idioti» del terrorismo internazionale. Ce ne sono già, e numerosi: ma è meglio che non facciano i poliziotti.

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