Rischiare di perdere una partita per vincerla. La Champions è nella testa del Genoa. Bene impressa. La banda del Gasp gioca da grande. Soffre, patisce, pedala, gestisce meglio degli avversari le «invenzioni» dellarbitro. E alla fine, quando sulla ruota di Cagliari esce il numero del Pollo, va alla cassa e presenta le fiche ottenute. Tre, belle grosse, come i punti che la proiettano al quarto posto. Rien ne va plus e grazie anche alla Samp che ferma la Rometta.
I palati fini potranno anche un po storcere il naso dopo la partita di sabato, ma la svolta è importantissima. Lavvio di gara è contratto. Due squadre messe in campo da allenatori che si conoscono fin troppo bene e sanno come annullarsi. Lo 0-0 sembra filar via liscio. Ma dopo 12 falli totali larbitro ha già tirato fuori cinque cartellini gialli. Sventolandoli a caso si rende conto troppo tardi che su Cossu, pedina fondamentale del Cagliari, concede il bis. Decisione assurda come tutte le precedenti e padroni di casa con un uomo in meno sul finire del tempo.
Anche la ripresa inizia senza grandi sussulti. Poi il Genoa si sveglia, entra nella metà campo avversaria, esalta il portiere del Cagliari, manca il gol con Sculli davvero di poco. (...)
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