Se pure i medici cattolici parlano come «Repubblica»

La sezione milanese dell’Associazione Medici Cattolici Italiani ha attaccato ieri Giuliano Ferrara, reo di aver definito «un pensiero tiepido» il lungo articolo scritto su Avvenire dal cardinal Dionigi Tettamanzi sul caso di Eluana Englaro. Tettamanzi, secondo Ferrara, dimostra quell’«afasia del pulpito» che rende timida e insignificante una parte della Chiesa. L’Amci dice che Ferrara sbaglia tutto. La stessa cosa aveva fatto il 9 luglio scorso attaccando noi per il nostro articolo «Milano, quando la Curia parla come Repubblica». Liberissima l’Amci di dire ciò che vuole. Dovrebbe però tener conto che, dopo il nostro articolo, le stesse tesi sono state esposte dal quotidiano La Stampa in una paginata intera e, appunto, da Ferrara.

Qualcosa di non infondato forse c’è, no? Ma l’Amci di Milano della questione si intende benissimo, visto che il 17 giugno scorso il suo presidente Giorgio Lambertenghi Deliliers ha inviato una mail agli associati segnalando uno studio sulle unioni omosessuali pubblicato dalla rivista Aggiornamenti Sociali «le cui conclusioni (“la scelta di riconoscere il legame tra persone dello stesso sesso appare giustificabile da parte di un politico cattolico“) sono condivise dall’Amci ambrosiana», scrive Lambertenghi. Parlare come Repubblica, appunto.

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