«Milano è casa nostra, dobbiamo recuperare il senso di appartenenza, anche attraverso lo stile. Allestero siamo considerati una città straordinaria, leader in tanti settori. Qui invece soffriamo della sindrome di Tafazzi: invece di sentirci orgogliosi e rafforzare la nostra identità, si finisce sempre a litigare...». Lassessore alle Attività produttive del Comune, Giovanni Terzi, difende la proposta di una nuovo look per i tassisti milanesi.
Bene lorgoglio milanese, ma cosa centra con la proposta di una divisa e dei corsi dinglese per i tassisti?
«Anche i 4.885 tassisti vanno considerati una risorsa della città: fuori dalle stazioni o dagli aeroporti, sono il primo contatto per turisti e uomini daffari che vengono qui. E devono rappresentare limmagine della città. Oltretutto sto raccogliendo dai milanesi in questi giorni un grande entusiasmo, cè un desiderio di recuperare stile e ordine».
Eppure sono già sul piede di guerra. Dicono: se la mettano gli assessori, la divisa.
«E se ci fosse la metterei, senza problemi. Anchio quando giro in veste istituzionale indosso giacca e cravatta, rappresento la città e ho lobbligo di essere ordinato. Non vedo perchè non valga per i conducenti di un servizio semi-pubblico. Non ho parlato di bombetta e cravattino, ho detto: apriamo un ragionamento, valutiamo le proposte e quanti sono disposti a iniziare un percorso per rendere più gradevole il servizio anche sotto questo punto di vista. Non importa che partecipi il 100% della categoria».
I contrari dicono che invece di pensare al bon ton il Comune dovrebbe riparare le colonnine ai posteggi, aumentare le corsie preferenziali..
«E verrà fatto, a prescindere. Una cosa non esclude laltra. Oltretutto, la divisa potrebbe essere pagata da sponsor, per cui non esisterebbe neanche il problema delle risorse. Ma mi infastidisce chi pretende sempre che le priorità siano altre, vorrei trovare chi fa la lista e decide che rilanciare uno stile Milano è una boutade estiva, e non può essere invece un modo comunque valido per migliorare il servizio. Non stiamo dicendo: introduciamo la divisa e non facciamo le corsie preferenziali. I progetti vanno di pari passo».
A proposito di sponsor, si sono già fatti avanti stilisti per disegnare il nuovo look?
«Certo, diversi sono interessati, anche se preferisco non fare nomi per ora. A settembre apriremo un tavolo con mondo della moda, i sindacati. Lappello a tutti è di sentirsi parte della città, a prescindere dallamministrazione che la guida. Ma non ci sarà nessuna imposizione. E il tema della divisa è un apice».
Cioè?
«I tassisti possono diventare i primi messaggeri della città. Possiamo realizzare e far distribuire gratis a bordo opuscoli su percorsi turistici sconosciuti agli stessi milanesi. Chi lo sa ad esempio che in viale Monza cè una delle carrozzerie più vecchie del mondo, che in 150 anni ha realizzato auto per i Papi, il Quirinale.
Si potrà usare anche internet a bordo?
«Studiamo la possibilità di dotare le auto di sistema wi-fi e pagamento con la carta do credito, ridisegnare il look anche allinterno delle auto».
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