SE REMBRANDT SEMBRA UNA «CROSTA»

SE REMBRANDT SEMBRA UNA «CROSTA»

Noi, qui, da questo nostro osservatorio radiofonico privilegiato che sta Sulla cresta dell’onda, abbiamo sempre sostenuto la superiorità della radio sulla televisione. Persino quando l’impresa sembrava disperata. Persino quando dovevamo parlare del faccia a faccia televisivo Prodi-Berlusconi, della moviola della serie A o dei trailer dei film. Tutta roba che, a lume di logica, alla radio non dovrebbe funzionare per nulla. E invece, secondo noi, va addirittura meglio che nel suo habitat naturale, in televisione.
Quindi, ci siamo avvicinati anche ai quadri raccontati in radio con un assoluto spirito positivo, anzi forse con un pregiudizio favorevole. E invece. Invece, secondo noi Con gli occhi di Rembrandt - il ciclo in onda da domani a venerdì dalle 20 alle 20,30 su Radio3 nell’ambito di Radiotre suite - è una grandissima occasione perduta. Un programma riuscito veramente male, troppo alto, troppo da vecchia Radiotre, e quindi fondalmentalmente un programma sbagliato.
Magari mi sbaglio io, che pure ho avuto la fortuna di sentire in anteprima le prime due puntate del ciclo. E, anzi, invito i nostri lettori a verificare sulle loro onde il programma su Rembrandt. E, soprattutto, quello che è l’appuntamento di punta della prossima settimana radiofonica e che potrebbe riscattare tutto il ciclo: mercoledì alle 20,30, sempre su Radio3, va in onda una serata speciale dedicata a La Ronda di Notte, in diretta dalla sala A di via Asiago: un regista teatrale, Lorenzo Salveti, proporrà un adattamento del radiodramma scritto per la radio olandese e che sta girando l’Europa dell’etere. Quindici attori, sostenuti da una colonna sonora studiata per l’occasione - scelta nell’ambito del repertorio dell’epoca di Rembrandt ed eseguita dal vivo da una clavicembalista e da un suonatore di viola da gamba - daranno vita a una radiofiction, con una struttura a chiave, una sorta di giallo con al centro quello che è forse il più famoso dei capolavori del grande pittore fiammingo.
Raccontata così, l’idea è buona, quasi ottima. Il codice Da Vinci ci ha insegnato come sia possibile ottenere un best-seller da un quadro. Ma, anche l’idea del ciclo Con gli occhi di Rembrandt era bellissima. Il problema è che crolla malamente nella realizzazione, perfetta per un corso universitario di storia dell’arte, ma assolutamente inadatta alla traduzione radiofonica.


Già all’università - anche a fronte dei migliori contenuti scientifici - un linguaggio non particolarmente brillante rischia di essere controproducente. In radio, la stessa mancanza di ritmo rischia di essere letale. E anche un capolavoro di Rembrandt rischia di sembrare una crosta.

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