SE SCOPRIAMO IL TURISMO

Chi ci segue sa che non abbiamo mai risparmiato nulla alla gestione del turismo in Liguria, con gli operatori che spesso pensano che i turisti - lombardi e piemontesi soprattutto - siano solo polli da spennare e da tartassare senza fornire loro un minimo di servizi degno di tal nome.
In particolare, poi, se dal macrocosmo ligure si passa al microcosmo sanremese, ci si imbatte in una città dove questi difetti sono elevati a potenza. In particolare, durante il Festival di Sanremo. Difetti regolarmente segnalati sui giornali: scrivere male degli alberghi e dei ristoranti sanremesi, del loro rapporto qualità-prezzo e del trattamento riservato agli ospiti è diventato un filone letterario, una cifra stilistica che riserva sempre nuove soddisfazioni a chi si cimenta nell’esercizio.
Io stesso non nego di aver raccontato di «alberghi risalenti al periodo del Liberty, con una pulizia egualmente risalente agli stessi anni» o di «convenienza e gentilezza inversamente proporzionali alla presenza della parola “amore“ nei testi delle canzoni». Oppure, ricordo giornate in cui mi sentivo più scippato al momento di pagare il conto dell’hotel che dopo aver lasciato uno stipendio al casinò.
Ecco, proprio perchè abbiamo fatto queste battaglie e perchè ho scritto queste cose, sono il primo ad essere felice di raccontare una rivoluzione copernicana. Proprio da Sanremo parte la riscossa di un turismo degno di tal nome e un gruppo di una decina di hotel della Federalberghi ha deciso di ricordarsi che il cliente viene prima di tutto. E l’ha fatto provare, sulla nostra pelle, proprio a noi giornalisti. E proprio a quelli che erano stati più critici in passato.
Il risultato di Alberghi aperti - questo il nome dell’iniziativa - è stato ottimo e abbondante. Perchè, in piena stagione turistica, con gli alberghi fortunatamente strapieni, i luoghi comuni sugli hotel di Sanremo sono stati smontati uno ad uno: cortesia, pulizia, prezzi non proibitivi, qualità e quantità abbinate. Con tanto di notte bianca e una città bellissima e vivissima anche dopo il coprifuoco. Sembrava di essere in Romagna. Solo, con la bellezza della Liguria. Insomma, stavolta, hanno vinto loro.
E, forse, di fronte ad Alberghi aperti, ci ripenserebbe anche Francesco De Gregori. Che cantava: «Bella città dei fiori che non mi hai visto mai e mai nemmeno mi vedrai».


Il punto, ora, è estendere questo esempio anche al resto della Liguria. Il punto, ora, è che questa sia la regola. Non l’eccezione. Il punto è non dover più scrivere un articolo così. Perchè non ce n’è bisogno. Perchè è scontato.

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