(...) A Santa Margherita Ligure lex comunista (ma pur sempre di ispirazione progressista) Roberto De Marchi alla guida di una giunta «civica» fa mettere le panchine anti barboni. A Savona, il sindaco pidino Federico Berruti firma due ordinanze per punire non solo chi si sdraia e occupa panchine, giardini e parchi, ma addirittura chi chiede lelemosina. Ovviamente nessuno fiata. Nessuno grida allo scandalo, allattentato ai sacri valori della tolleranza.
La prova? Basterebbe che Alessio Piana, consigliere comunale leghista di Genova, presentasse un ordine del giorno per impegnare Marta Vincenzi a emettere unordinanza immediatamente esecutiva. Pochi punti e ben copiati: «Premesso che lelemosina è una forma di redistribuzione della ricchezza (bella questa premessa, fa anche molto compagno, ndr) e premesso che da incessanti segnalazioni verbali e telefoniche risulta la presenza di persone dedite allaccattonaggio che richiedono denaro in forma molesta...» si dà incarico alle forze dellordine, vigili urbani in primis, di far rispettare il divieto di accattonaggio e di punire i trasgressori «con una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro, nonché con la sanzione accessoria del sequestro finalizzato alla confisca dei proventi delle violazioni». In sostanza, tra semafori, sottopassi, ponti monumentali e sottoportici vari, Genova in un mesetto rimetterebbe in sesto il bilancio come neppure la reintroduzione dellIci saprebbe fare. Specie se le stesse sanzioni, come a Savona, venissero applicate anche a chi bivacca su panchine e giardini. Tutte considerazioni destinate a restare al condizionale. A Genova tutto ciò non sarebbe possibile. E il malcapitato leghista sarebbe tranquillamente accusato di ogni bassezza.
Idem se a Sestri Levante, per restare a quanto segnalato ancora nei giorni scorsi da un lettore sia al sindaco Pd Andrea Lavarello sia poi alla nostra redazione, un qualsiasi rappresentante del gruppo Pdl avanzasse la proposta di installare sul lungomare delle panchine con il bracciolo anti barboni (o anti vu cumprà). Di sicuro non si sentirebbe il sindaco porsi le domande del collega sammagheritese De Marchi: «Le panchine possono davvero avere qualcosa a che fare con le politiche di sostegno, ausilio e accoglienza dei più deboli? Rinunciare alla cultura del decoro aiuta forse a risolvere il problema della povertà e dellemarginazione?».
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