Se Thelma e Louise vanno a Cattolica

Se Thelma e Louise vanno a Cattolica

Io viaggio da sola, almeno da sola ho viaggiato molto, anche in posti pericolosi, anche esagerando nell’avventurarmi; per lavoro, certo, ma anche per divertimento puro, quando il lavoro era finito. Mi sono sempre piaciute le donne esagerate come me, quelle che trascinano gli altri nei luoghi impervi, che non temono la sfida con l’ignoto. In vacanza a Cattolica, come ha suggerito il Giornale ieri, sarei morta da un pezzo, anche se ritengo che la Riviera romagnola sia un posto civilissimo e splendidamente organizzato. Per questo fatico a capire l’invito rivolto ai turisti italiani, appena liberati in Egitto dai sequestratori, e a tutti i possibili futuri viaggiatori curiosi, a starsene a casa, oppure ad andare a vedere solo antichità patrie. Non vorrei scomodare le lettere epiche, l’Ulisse di Omero e quello di Dante, il «fatti non foste a viver come bruti», e di come la virtute e la conoscenza si debba andare a cercarsele. Mi limito a dire che se non si va, e non si vede, qualcosa ti manca di certo, e che viaggiare, come scrivere, ti consegna il futuro, oltre lo spazio della tua vita. Cattolica è un’altra cosa.
Altro è il discorso sulla pretesa tutta italiana di andare per luoghi anche pericolosi e poi, una volta nei guai, aspettarsi che mamma Farnesina ci pensi, magari con un rischioso blitz o con il pagamento di un riscatto. Vale per i rapimenti in luoghi di guerra a opera di terroristi e talebani, vale per i rapimenti in luoghi di non guerra a opera di banditi e predoni. A chi tocca, come si usa dire a Roma, non si ingrugna, nel senso che se la sbriga da solo, che nessuno Stato interviene, se non l’ospitante, che ne ha il dovere, anche nella ragionevole speranza che se smetti di occupartene, di mettere la cosa in prima pagina, e di pagare, anche i predoni smettono di predare e di rapire. Qualche regola chiara in ogni settore manca sempre all’Italia, di quelle che tutti sono d’accordo perché è un fatto di buon senso, e nessuna speculazione politica può piegare a strumento.
Per il resto viaggiamo, uomini e donne, soprattutto le donne, senza paura, dando la faccia al nemico nascosto.

Se ci chiudessimo in casa perché il mondo è diventato ancora più infido e pericoloso, perché le donne sono sempre bersaglio dell’odio, a che sarebbero serviti gli eroi e le eroine degli ultimi anni di guerra al terrore e al fondamentalismo? La morte di Maria Grazia Cutuli, sette anni fa, quella di Malalai Kakar, due giorni fa? Loro non sono rimaste a casa, e io mi sento sempre vicina a loro.

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