Marco Travaglio che attacca la sinistra e i giudici nel giro di ventiquattrore? Dai, non è possibile. Eppure è andata proprio così. Giovedì sera ha fatto a pezzi la Campania di Bassolino nella trasmissione di Santoro, ieri nella sua quotidiana rubrica sullUnità, quel «Uliwood party» che con il governo Prodi ha sostituito il posto del «Bananas» dedicata alla Casa delle libertà, ha preso di mira il tribunale di Brescia.
La colpa dei pm lombardi? Aver clonato il computer di Carlo Bonini, cronista di Repubblica, «alla ricerca - scrive Travaglio - di qualcosa di utile per una misteriosa indagine sulle indagini milanesi sul sequestro di Abu Omar a opera della joint venture Cia-Sismi». «La privacy del giornalista - continua la rubrica - non esiste, sempreché sia onesto (se poi prende soldi dal Sisde o ordini da Moggi, massima solidarietà)». E qui Travaglio viene al punto: la procura di Brescia non si tocca.
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