Se «uccidere il padre» è una storia antica

«Uccidere il padre» è il titolo dell’incontro con Eva Cantarella sul tema dei conflitti familiari e dell’autoritarismo degli antichi padri, che si svolgerà domani alle ore 21 nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, nell’ambito della terza edizione delle Lezioni di Storia «Noi e gli Antichi», promossa dalla Fondazione Edoardo Garrone con la collaborazione di Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura su un’idea degli Editori Laterza. Introduce Laura Sicignano, regista e direttrice del Teatro Cargo. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Il problema del rapporto tra generazioni attraversa il tempo e molti sono i tentativi di individuare le ragioni delle tensioni che lo contraddistingue. Poiché non di rado si pensa di individuarle nella crisi della famiglia tradizionale, può essere utile gettare uno sguardo alla storia della famiglia patriarcale romana, dalla quale la nostra discende, e della quale ha mantenuto molte caratteristiche, sul piano legislativo, sino alla riforma del 1975. Una simile analisi infatti rivela che i conflitti familiari non sono affatto più forti oggi di quanto non fossero allora.

La dipendenza dei figli dai padri era pesantissima: fino a che il padre era in vita, i figli, quale che fosse la loro età, oltre a essere sottoposti al potere disciplinare paterno, dipendevano economicamente dal padre, unico titolare del patrimonio familiare, che ne disponeva come credeva.

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