Paolo Bertuccio
Per carità, è vero che c'è uno splendido sole, e questo migliora senza dubbio il quadro. Ma cosa deve dire uno che si ritrova, in una delle ultime belle giornate d'autunno, in mezzo a Rivalta Bormida, piccolo comune della zona di Acqui Terme? Cosa bisogna pensare quando si cammina tranquillamente per un paese circondato dalle colline del Dolcetto coi loro filari, in un'atmosfera da borgo antico, in totale e miracolosa assenza di rumori molesti? Le definizioni che vengono in mente, per questo centro, sono molte e tutte lusinghiere: angolo di paradiso, paese delle favole, eccetera.
Fine del momento idilliaco. Perché c'è un problema, nonostante tutto, e bisogna parlarne. Allora arriva una persona che se ne intende, e fornisce una definizione cruda e realistica: «Un dormitorio». La persona in questione si chiama Emanuela Celauro, e fa parte della giunta comunale di Rivalta presieduta dal sindaco Walter Ottria. Il suo grido d'allarme è chiaro: «Rivalta, se non lo è già, rischia seriamente di diventare un paese sempre più vecchio, privo di vita sociale ed economica, da cui gli abitanti partono al mattino per tornare solo la sera a dormire». Un problema comune a molti piccoli centri di provincia, con i negozi che chiudono uno dopo l'altro, con la gente che va via alla spicciolata verso altri lidi e lascia le case vuote a prender umido. Paesi destinati a morire da sparring partner delle grandi città che offrono lavoro e comodità. Correre ai ripari è una parola: difficile andare contro i grandi cambiamenti della società. Ma a Rivalta Bormida, nel loro piccolo, qualcosa per salvare il borgo dal fantasma della noia profonda l'hanno inventato. Il ragionamento è piuttosto semplice: se la gente se ne va, bisogna convincerla a restare. Se, in più, si riesce a persuadere qualche «foresto» a cambiare residenza e stabilirsi qui, magari coppie giovani con figli, tanto meglio. E, da che mondo è mondo, il miglior metodo di persuasione è metter mano al portafoglio. Soluzione: un pacchetto di incentivi.
La Celauro e un altro consigliere, Saverio Perono, si sono messi a tavolino e hanno studiato una singolare «manovra» che entrerà in vigore con l'anno nuovo e che, nelle intenzioni, dovrebbe essere decisiva per lo svecchiamento e il risveglio del ridente borgo che fu caro al filosofo Norberto Bobbio. Un provvedimento votato all'unanimità, fatto più unico che raro, come confermano da queste parti.
Prima di tutto, si punta sulle giovani coppie: per tutti i novelli sposi «under 40», infatti, che decidano di stabilire, nero su bianco, il proprio nido d'amore per almeno cinque anni sul territorio del comune, sono in arrivo, insieme alle felicitazioni del caso, mille euro sonanti. Se poi gli innamorati dimostreranno particolare buona volontà nel progetto di incremento della popolazione, la cicogna recapiterà loro, insieme ad ogni bebè, un altro assegno a tre zeri. «Quest'ultimo incentivo - precisa Emanuela Celauro - riguarda anche i figli delle coppie di fatto e, visto che il fenomeno è in aumento, le adozioni».
Anche il risveglio del tessuto economico locale non viene tralasciato, in quella che potrebbe essere ricordata come «la delibera dei mille euro». Questa, infatti, è la cifra che il Comune è disposto a mettere a disposizione di qualunque residente decida di avviare una nuova attività commerciale o artigianale. «I Comuni, ormai - sono parole della consigliera - devono sapersi autogestire quasi come delle imprese, per cui abbiamo cercato di nostra iniziativa una soluzione per far girare un'economia locale troppo legata all'agricoltura, un settore in forte crisi».
Effettivamente, facendo una piacevole passeggiata per le poche vie di Rivalta Bormida, ci si accorge che quel che manca è un po' di attività. I pochi negozi rappresentano proprio il minimo indispensabile per tirare avanti senza dover tirar fuori l'auto dal garage per andare a comprare una micca di pane nella vicina Strevi. Un «alimentari», intanto, ha abbassato per sempre la saracinesca proprio poche settimane fa: chiunque abbia avuto l'esperienza di abitare in un piccolo centro sa bene che si tratta di un pessimo segnale. E poi viene da chiedersi dove andranno ad abitare i nuovi (e numerosi, si spera) rivaltesi.
Ecco la nota dolente. Il centro storico è pieno di edifici abbandonati a se stessi e pericolanti. I proprietari ci sono, ma spesso si tratta di enormi gruppi di eredi sparsi un po' ovunque, che, spaventati dalle estenuanti discussioni per trovare un accordo tra loro e dal costo proibitivo dei lavori di ristrutturazione, preferiscono aspettare che i muri vengano giù. Una situazione di stallo, tanto da far nascere la leggenda di case letteralmente regalate ad acquirenti intenzionati a ristrutturarle. Nessuno conferma, forse per non alimentare prese in giro da parte degli abitanti delle località limitrofe, che rischiano di appiccicare nei secoli dei secoli sui rivaltesi la fama di «quelli che regalano le case», ma più di un proprietario, tra il serio e il faceto, bofonchia di essere disposto alla «donazione».
Da parte sua, l'Amministrazione completa il pacchetto di contributi con i canonici mille euro per chi intende ristrutturare o costruire la prima casa.
L'impressione, comunque, è che in paese si respiri ottimismo. Tutti sono entusiasti dell'iniziativa e, soprattutto, degli effetti che potrà portare sulla vita sociale del paese.
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