Se le vecchie glorie devono pagare caro per fare ginnastica

«La consapevolezza di un passato sul quale preparare il futuro» dice la presentazione sulla home page. Solo che poi, all'Andrea Doria, gli atleti dell'agonismo che fu, e che adesso sono i Seniores della ginnastica amatoriale, li hanno «fatti fuori». Erano lì da 50 anni, tanti saluti e grazie, potete andare. C'erano nomi noti allo sport, da quel Gianluigi Vaccari, alpinista accademico del Cai che scalava le montagne con Walter Bonatti, al campione di nuoto e di ginnastica Giovanni Bissocoli, ad Alessandro Setti, istruttore del Coni e per decenni punto di riferimento della ginnastica artistica nella storica e prestigiosa nonché ormai defunta società Mameli.
Succede che l'Andrea Doria, società ginnastica fondata nel 1825, è un ente morale, non una società a scopo di lucro, che paga l'affitto al Comune, a prezzi inferiori a quelli di mercato. E però fa cassa. «Quando avrete fatto quadrare i conti, solleverete lo sguardo e sarete rimasti soli coi vostri registri», hanno protestato i «vecchietti» vedendo sfumare, un gruppo storico, e un'occasione di aggregazione che meglio solo le bocce. Bocce che, tanto per dare il quadro, pure quelle stanno perdendo iscritti qui. «E badi, non è che la gente è morta - fanno i conti con l'età i bistrattati anziani -. È che pian piano ci hanno messo in condizione di andarcene».
Ci avevano già provato una decina di anni fa, era il 2000 e con mossa geniale la società aveva accorpato gli over 65 della ginnastica artistica agli under 25 del Rock&Roll. Loro raccolsero il segno di disinteresse, ma a quei tempi arrivarono i transfughi della Mameli a dare man forte, una ventina di reduci in cerca di un quadro svedese e di una pertica. Così il gruppo Seniores venne salvato: 70 euro all'anno di iscrizione, 30 al mese per un paio d'ore la sera dopocena, tre volte la settimana.

Su tutto, un punto di aggregazione per chi, ex atleta o semplice pensionato, fosse in cerca di condivisione: perché no, anche un servizio sociale. La convivenza non è facile, a volte, spazi pochi, età differenti. A poco a poco i vecchietti si demotivano, «la pianta perde foglie», per dirla con uno di loro, (...)

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