Gianandrea Zagato
Anche i figli del consigliere comunale Stefano Carugo tirano la torta in faccia a Romano Prodi, mentre Roberto Formigoni fa gol con Silvio Berlusconi. Giardini di via Palestro, ore 15: cè la fila di chi non vuol mancare di centrare il faccione dellaspirante premier dellUlivo e chi vuol invece continuare a segnare ancora punti con la squadra azzurra. Giochi elettorali col sottofondo dal vivo di una band e il presidente della Lombardia che avverte «se vince la sinistra è un passo indietro».
«Passo drammatico per la Lombardia e per lItalia: la vittoria della sinistra significherebbe un ritorno allo statalismo, al dirigismo, al trionfo della burocrazia. Cercherebbero di fermare i passi avanti verso la libertà che abbiamo fatto» dice Formigoni. Scatta lapplauso dei milanesi, che godono del verde cittadino. E lapplauso diventa ancor più carico quando il capolista al Senato di Forza Italia annota che «nella sinistra cè qualche moderato ma sono circondati dagli estremisti». Virgolettato che riporta alle immagini del sabato di guerriglia metropolitana scatenato dai prodi autonomi, «la linea politica della sinistra» continua Formigoni «la dettano i Bertinotti, i no global e Rifondazione». Fotografia di una realtà lontana anni luce da quello che Forza Italia rappresenta: «Una guida moderata di chi ha a cuore la famiglia, luomo, il cittadino e la libertà».
E mentre a domanda il presidente della Regione Lombardia sconsiglia la visione dellultimo film di Nanni Moretti, «un vu cumprà mi ha avvicinato per vendermelo, io lho rifiutato, lui mi ha inseguito e mi ha regalato il dvd: tornato a casa ho dato unocchiata, da ciò che ho visto lo sconsiglio a tutti», cè chi lancia una nuova sfida: «Disgreghiamo lUnione». Giochino facile facile, dove consiglieri comunali e provinciali di Forza Italia - tra gli altri, Giacomo Beretta e Bruno Dapei - insieme al commissario azzurro Maurizio Lupi primeggiano. Gara pomeridiana con arbitro Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera, che condivide lopinione di Formigoni sullindicazione data dal presidente del Consiglio sullelezione del Capo dello Stato: «Il presidente della Repubblica devessere una figura di garanzia per eccellenza, mi sembra dunque una saggissima indicazione quella che Berlusconi dà di non spaccarsi tra uno schieramento e laltro ma di ripetere il metodo felice che, nel 1999, portò Carlo Azeglio Ciampi al Quirinale».
Accordo, continua Formigoni, che «non sa di inciucio»: «Le parole di Berlusconi alla vigilia del voto sono garanzia. Anche se la Casa delle Libertà avesse i numeri, vincendo, per poter decidere da sé, Berlusconi dice che vorremmo un accordo con lopposizione.
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