da Milano
Quasi 77 milioni di euro; 76 milioni e 800mila euro, per essere precisi. Una cifra difficile anche solo da concettualizzare. Quanti zeri sono? Complicato anche contarli. Soldi, soldi, soldi. Un richiamo irresistibile, anche per gli stranieri che negli ultimi giorni a migliaia hanno attraversato le nostre frontiere a Ventimiglia, al Brennero o a Trieste, per provare a mettere le mani su quello che a oggi è il jackpot più alto al mondo: il mitico 6 del Superenalotto.
Poco importa se statisticamente ci sono più possibilità di prendere il telefono, comporre un numero a caso per gli Stati Uniti e sentirsi rispondere da Angelina Jolie, o di essere coinvolti in tre incidenti aerei consecutivi; la sirena di tutti quei milioni è irrefrenabile. E suona sempre più forte: due giorni fa, quando il montepremi era «solo» di 73 milioni, le schedine giocate sono state 50 milioni. La settimana prima, con un jackpot di poco superiore alla settantina di milioni, le giocate si erano fermate a 29 milioni. Di questo passo, entro le otto di questa sera, le sestine elaborate avranno superato quota 60 milioni. Per la gioia dello Stato - che incassa la metà dei soldi giocati -, dei titolari delle ricevitorie - ai quali spetta invece l8 per cento - e, forse, di alcuni superfortunati che imbroccheranno la giusta sequenza di cifre che sfugge ai agli italiani dal 26 aprile scorso (sempre che però non facciano parte di quel 1,2 per cento di scommettitori che poi si dimentica di ritirare le vincite). Alla stragrande maggioranza dei giocatori non resterà invece che stracciare il biglietto, sbuffare e aspettare il prossimo sei, il prossimo record.
La scienza, di solito pronta a smontare i sogni di ricchezza con fredde analisi statistiche, questa volta, complice la crisi finanziaria che ha sconvolto le Borse mondiali, si schiera a favore dei giocatori. Secondo Vera Slepoj, presidente della Federazione italiana psicologi e psicoterapeuti, «la crisi economica genera frustrazione e angoscia nei cittadini, che si sentono impotenti. Potersi giocare unopportunità al Superenalotto agisce come un antidepressivo: la speranza emotiva e ladrenalina nel controllare i numeri estratti possono aiutare».
Viva lillusione, allora. Ma come inseguirla? Buttando un occhio agli interni delle ricevitorie si scopre come in Italia si applica al modo di giocarsi i numeri la stessa filosofia utilizzata per la formazione della nazionale di calcio: ognuno ha la propria. «Qui viene da sempre gente di tutti i tipi - raccontano nella ricevitoria al 68 di via Vallazze, a Milano - ma da quando si è sparsa la febbre dei 70 milioni la gente è impazzita». Cè il giocatore solitario, che non confessa neanche alla moglie di aver puntato, e cè il comunitario, che coinvolge colleghi amici e parenti in grandi sistemoni. Cè chi chiude gli occhi e - magari sperando nellintercessione di qualche entità superiore - lascia vagare a caso la penna sulla schedina, e chi si gioca i numeri della patente o della carta didentità. Cè chi lancia dadi a dieci a facce sul bancone della ricevitoria. Poi ci sono gli «scientifici», quelli che puntano sui numeri ritardatari - le loro scelte cadranno oggi sul 45, assente da 107 estrazioni - o gli «onirici», che si giocano i numeri sognati. Immancabili in ogni ricevitoria italiana gli «smorfisti», che interpretano numericamente i fatti della vita. Certamente anche il tracollo delle Borse finirà nel taccuino dei patiti della Smorfia, che magari punteranno sul 17 (la «Sfortuna»), sul 56 e il 46 (rispettivamente la «Caduta» e i «Soldi») e sul 90 (la «Paura»). Molto gettonati anche il 29 - il numero simbolo della crisi finanziaria - e il 16, che rappresenta la fortuna - e per imbroccare una combinazione secca su 622 milioni e mezzo di fortuna ce ne vuole parecchia. E nel carosello di sogni, preoccupazioni, sistemi e cabale, cè anche chi, da fuori, riesce a «scommettere sulle scommesse»: Betaland.com, portale di scommesse via web, si è inventato un gioco sulluscita del 6.
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