Sean Penn: i film aiutino la politica

nostro inviato a Cannes

Tra i film presenti alla sessantunesima edizione del Festival di Cannes ce n'è uno, fuori concorso, scelto proprio dal presidente della giuria Sean Penn. Si intitola The Tird Wave, La terza ondata, ed è una storia di volontarismo ai tempi dello tsunami in Sri Lanka. «L'ho scelto», ha detto lo stesso Penn nel corso della conferenza stampa di presentazione della giuria, «perché racconta l'importanza di aiutare gli altri ed è in sintonia con l'idea che io ho della politica. Perché per me la politica non sono i programmi, le elezioni, ma ciò che ci migliora come individui e come cittadini».
Abbronzato e rilassato, Penn era al centro di un tavolo che raccoglieva gli altri otto membri che compongono il gruppo chiamato ad assegnare la Palma d'oro. L'attrice tedesca Alexandra Maria Lara, l'americana Natalie Portman e la francese Jeanne Balibar, il regista francese Rachid Bouchareb, il messicano Alfonso Cuaron, l'iraniana Marjane Satrapi, il tailandese Apichatpong Weerasethaukul, l'attore e regista italiano Sergio Castellitto. Il tema della politica, conoscendo l'impegno e le posizioni di Sean Penn è stato naturalmente al centro dell'incontro, ma il regista di Into the Wild, pur non tirandosi indietro quando chiamato a dare il suo giudizio sul governo Bush (ultranegativo), ha stemperato i toni.

«Se un film aiuta la qualità della vita fa politica, se è un pamphlet di propaganda non rende un servizio a una forma di espressione artistica che vuole cuore e cervello. Noi non giudicheremo dei film, ma reagiremo di fronte a loro e sceglieremo ciò che più ci avrà emozionato».

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