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Il sedicenne è violento? Deportatelo in Siberia

In Germania linea dura dei giudici contro i minori violenti che non danno segni di ravvedimento: un adolescente condannato a vivere per nove mesi in una baracca senza luce e riscaldamento

Il sedicenne è violento?  
Deportatelo in Siberia

Berlino - Nell'Assia, la regione di Francoforte, i minori che commettono reati particolarmente violenti sono avvertiti: o mettono la testa a posto e danno segni convincenti di ravvedimento, oppure rischiano di essere spediti in Siberia, in luoghi dove d'inverno il freddo scende a 50 gradi sotto zero e dove devono scordarsi le tante comodità che offre la società dei consumi.
E non è una minaccia del tutto teorica sbandierata solo per far paura perché in quel land le autorità sono già passate dalle parole ai fatti. E qualche mese fa (ma la notizia è trapelata solo adesso) hanno spedito a Sedelnikowo, località siberiana ai piedi degli Urali, un ragazzo considerato particolarmente recidivo.

Dovrà rimanerci nove mesi poi si vedrà. Cosa abbia fatto di tanto grave il ragazzo per meritarsi una punizione così pesante non si sa esattamente. Si sa che ha sedici anni e che ha avuto a che fare più volte con la giustizia per atti di violenza e di vandalismo. Si sa, inoltre, che a Sedelnikowo, località tristemente nota anche per aver ospitato in passato un lager staliniano, il ragazzo è costretto a vivere in condizioni durissime sotto la continua sorveglianza di un assistente sociale. Vive in una cascina ai margini di un bosco, deve procurarsi da solo la legna da ardere per il riscaldamento, niente servizi igienici ma solo una buca all'aperto che ha dovuto scavare lui stesso e ogni mattina è costretto a percorrere due chilometri a piedi per andare in una scuola dove si parla solo in russo, lingua a lui completamente sconosciuta. Niente televisore, niente internet, niente radio e quanto ad alcool e sigarette neppure a parlarne.

La decisione di mandare il ragazzo in Siberia è stata presa dal Jugenamt di Giessen, la struttura incaricata di organizzare i corsi di rieducazione cui vengono sottoposti, su decisione del tribunale, i minorenni colpevoli di reati gravi. A spingere i rieducatori verso la soluzione siberiana non sarebbero però i reati commessi ma il fatto che durante i corsi di recupero il ragazzo si sarebbe dimostrato recidivo e insensibile alle terapie tradizionali. Più di una volta avrebbe aggredito e picchiato gli assistenti dimostrando odio e rancore per tutti. «È stato a questo punto - spiega il capo del Jugendamt, Stefan Becker - che abbiamo deciso di cambiare metodo, di spedire il soggetto a vivere in condizioni di particolare scomodità nella speranza che quando torni guardi con occhi nuovi alla società cui appartiene e si liberi della carica di odio che è all'origine della sua aggressività. Non è una punizione, è una terapia diversa anche se particolarmente dolorosa».

Si vedrà in futuro se la terapia funziona e se i disagi nel gelo siberiano possono effettivamente aiutare il ragazzo (il cui nome non viene reso noto per la legge sulla tutela dei minori) a riconciliarsi con il suo mondo. Le critiche non mancano. Uno dei massimi criminologi tedeschi, Christian Pfeiffer, è del tutto contrario e sostiene che la terapia siberiana rischia di provocare l'effetto opposto. Ciò che sembra molto probabile, comunque, è che i rieducatori del Jugenamt, nel prendere una decisione così drastica, si siano sentiti incoraggiati dal vento di repressione che da tempo soffia sull'Assia.
L'Assia non è solo il land delle banche e delle multinazionali. È anche il land con la più alta criminalità minorile. Tra il 1999 e il 2006 i reati commessi da ragazzi tra i 14 e i 18 anni sono saliti del 66% contro un aumento del 27,5% registrato su scala nazionale. Un quadro allarmante che ha spinto il governatore del land, il falco Roland Koch, ad impostare sul tema della sicurezza la sua campagna elettorale in vista delle regionali che si terranno la prossima settimana.

La sua parola d'ordine, condivisa anche dalla Cancelliera Angela Merkel, è tolleranza zero nella lotta alla criminalità.

Alcune sue proposte, però, dividono l'opinione pubblica come il progetto di creare campi di rieducazione appositamente per i criminali stranieri o l'idea di abbassare da 18 a 14 anni la soglia sotto la quale chi è colpevole di un reato è considerato minorenne e quindi non punibile con il carcere.

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